L’amore, la crisi, la ripartenza non hanno bisogno di confini ma di gettare il cuore oltre l’ostacolo
Mi ha commosso l’immagine di Ilaria e Nicolas, fidanzati, che si sono finalmente rivisti, dopo due mesi, al confine tra Marche e Umbria per potersi forse anche abbracciare. Avranno passato intere settimane al telefono, in webcam, in videochiamata, in quello stato bidimensionale in cui siamo precipitati tutti e due giorni fa una bella foto e un bel sorriso finalmente a pochi centimetri di distanza, finalmente ri-congiunti.
Mi ha commosso perchè conosco quei confini. Da quando vivo a Roma e ho sposato una Marchigiana e lavoro per sei regioni del Centro Italia, anche alcuni dei miei confini di regione sono diventati così: strade strette di montagna e cartelli stradali a indicare i passaggi da una provincia all’altra, da una Regione all’altra.
Non ho spesso vissuto queste esperienze geografiche al Nord dove molti confini li superi sfrecciando ad alta velocità sull’autostrada: dettagli, sicuramente, ma vi è diversità e quindi ricchezza anche in questo nostro Bel Paese da continuare instancabilmente a visitare e raccontare.
L’amore non può restare nei confini di una Regione, di una mente, di una autocertificazione. L’amore deve volare libero, raggiungere la propria amata e tornare indietro ancora più forte di prima.
Se ami l’Italia e ne sei al Governo devi guardare oltre i numeri asettici dei contagi e dell’economia e predisporre che la vita riparta incontrandosi, con le giuste cautele, senza esiliare i sentimenti che sono i veri motori della guarigione fisica ed economica.
Se ami l’Italia e conosci i suoi alunni, dovresti conoscere il grande vuoto e appiattimento che sta aggredendo i nostri figli, livellati a modi tablet (da nativi digitali sono diventati in un attimo protesi digitali) e rilanciare alto permettendo, almeno alle classi di passaggio, di incontrarsi, di salutarsi, di piangere di emozioni e chiudere così un ciclo importante della loro vita. Garantendo la salute, certo, ma facendo vedere ai ragazzi che hai investito su di loro, hai osato con e per loro.
Se ami l’Italia e ne sei al Governo stimoli gli imprenditori a guardare ai prossimi dieci anni, non alla fine del 2020 e consegni loro gli strumenti per farlo e a volte, questi mezzi, lo abbiamo già scritto, sono anche il togliere la troppa Burocrazia di mezzo.
Se ami l’Italia e ne sei al Governo chiami, adesso e subito, un infermiere, un ricercatore, una maestra di scuola pubblica e di scuola pubblica paritaria, un trasportatore, un poliziotto, una partita iva e via dicendo, e ti lasci consigliare e guidare da loro.
Qualche giorno fa Mauro Corona, scrittore, alpinista e scultore ha replicato a una giornalista in questo modo:
“Qui bisogna rischiare un po’ e ridare forza e fiato al lavoro, all’economia, alla libertà…la gente sta diventando matta! Io preferirei rischiare un po‘. Adesso pare che aprano, poi non aprano… lo so che sono scelte difficili però qui bisogna anche osare un po‘”.
Mio Padre me l’ha sempre detto: Memento audere semper , ricordati di osare sempre.
A me hanno sempre insegnato che dai momenti di crisi se ne può uscire soltanto rilanciando ancora più in alto.
Oggi è il momento di osare, sia che tu sia al Governo della tua Nazione, della tua azienda, della tua famiglia.
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