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Il dottor Francesco va a casa sua, dopo il turno di notte, e le salva la vita

Storie di ordinaria umanità.

Francesco è un doc in pensione, ma continua a lavorare per conto di una cooperativa affiancando i medici strutturati in pronto soccorso a Fermo, vicino Macerata.

L’altra sera si presentano in accettazione una ragazza di 15 anni e i suoi genitori, lei ha la febbre alta e una preoccupante insensibilità alle gambe. Qualcosa di grave potrebbe essere in corso, o forse no, la ragazza viene visitata, è notte, ci sono i pochi turnisti che si dividono tra le altre emergenze e c’è anche il dottor Francesco. Sarebbero necessari degli esami ulteriori, intanto però la situazione non sembra critica, la ragazza viene dimessa e può tornare a casa.

Sono le 3 di notte.

Ma la febbre non passa, lei continua a non sentire le gambe, l’angoscia resta e i genitori non sanno che fare. Forse è il caso di andare ad Ancona? pensano, cominciano a prepararsi, una mamma e un papà che vedono una figlia peggiorare e non sanno a quale santo votarsi.

E a quel punto, dlin dlon.

Suonano alla porta, sono le 8, è il dottor Francesco. Che ha appena staccato il turno, ma invece di andarsi a fare una dormita ha recuperato l’indirizzo della paziente e s’è fiondato a casa sua. Non è tranquillo, gli è rimasto un tarlo.

Chiede scusa dell’intrusione, chiede se può visitarla di nuovo.

Chiede, lui.

Prego si accomodi, certo, poveri genitori, allerta massima e confidenza piena in quel dottore scrupoloso.

Che visita e dice portatela subito in neurologia. Qui la situazione è grave.

È grave sì, c’è un’infezione midollare in corso, il primario di neurologia la ricovera immediatamente, e le salva la vita.

Con sollievo immenso per i genitori che rischiando di perdere una figlia non si sono sentiti abbandonati da nessuno, e oggi hanno più fiducia nell’umanità.

Grazie al dottor Francesco.

Che di cognome fa Bernetti Evangelista.

Eh già, stavolta la buona novella l’ha portata lui, sul serio.

Ma siamo tutti chiamati a portarla, non c’è dubbio.

C’è speranza.

C’è ancora salvezza su questa terra, e qualcuno disposto a perdere il sonno per darla.

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