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Se Marta avesse incontrato quel mantello da toccare sarebbe ancora viva tra noi

Marta ha 55 anni, un lavoro di prestigio in ambito scientifico a Torino. Un anno fa suo figlio adolescente muore.

Marta è una persona sana con reazioni fisiologiche: suo figlio muore, lei prova un dolore devastante, è una mamma come noi.

La depressione prende il sopravvento per motivi che non abbiamo diritto di discutere.

Si rivolge alle cure di uno psichiatra, spendendo soldi evidentemente. Sperando di guarire, evidentemente. Ma le cose invece di migliorare peggiorano.

E allora Marta cosa fa? Chi incontra? Chi gli capita sulla strada?

Al posto di un Cristo qualunque tra la folla con un mantello da toccare, Marta a luglio scorso incontra un’associazione che le garantisce il suicidio pulito. Non assistito.

Assistito in gergo medico spiega il rapporto medico paziente nel percorso di cura. Qui non c’è nessuna cura. C’è solo una pistola carica messa in mano a Marta. Qualcuno che l’aiuta a mettere il dito sul grilletto, e poi pulisce tutto.

La sorella di Marta scopre tutto, chiama il marito, corrono in Svizzera. Marta desiste, tranquillizza tutti, non se ne fa nulla. I familiari mandano una mail all’associazione, guardate che Marta è depressa, ha perso un figlio da poco, si sta curando, lasciatela stare.

Nessuna risposta.

A metà ottobre il marito è in Canada per lavoro, ha una mail finita tra gli spam: l’associazione Svizzera comunica la morte di Marta, le ceneri verranno recapitate a casa in data tot.

Intanto il legale di famiglia riceve un messaggio da numero anonimo: vai a staccare le utenze a casa, dai le mie cose in beneficenza.

Marta ha avuto quello che ha chiesto, #tuttook, dice Viale, consigliere comunale di Torino.

Rispettare la volontà libera, il dio moderno che Dante avrebbe messo coi seguaci nel girone degli ignavi.

E allora penso ai carabinieri che si fanno il mazzo per salvare la gente sospesa fuori dal ponte.

Penso all’ipocrisia feroce di diffondere capillarmente la cultura della morte come via d’uscita, salvo poi rammaricarsi dei suicidi tra i ragazzi schizzati alle stelle.

Marta è morta ammazzata. Ha pagato quattrini per essere ammazzata. Questa non è buona morte.

Marta meritava salvezza.

Cercava salvezza. E basta.

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