famiglia

Del film Wish e dell’Epifania

I sogni son desideri di felicità, diceva quella. Ma desiderare è complicato per la miseria, mica poco. Bisogna alzare il popò dal divano, rischiare, mettersi in cammino vada come vada. Puntare alto perché volare basso è per lombrichi e invece noi apparteniamo al cielo.

De-sideris è nostalgia di stelle distanti, guardare il cielo, viscere vuote da riempire con molto, molto più di quello che il mondo propone a buon mercato. È rischio e fatica. Anche. Ma la meta ripaga e all’arrivo la fatica te la scordi.

Perciò i re Magi, non maghi ma astronomi, uomini impavidi in cerca di risposte, ci avevano visto giusto. Loro il naso in su a guardare stelle ce l’avevano già da un pezzo, e su quel desiderio di seguire la stella e scoprirne il segreto ci hanno scommesso tutto.

Un viaggio, la paura dell’ignoto, e se poi è una fregatura? La nostalgia di casa, gente infida alla Erode, cammelli scomodi. E però, quando a una certa da lontano hanno intravisto quella specie di grotta, sentito il pianto del bambino…

La stella non aveva ingannato, ci avevano visto giusto, il desiderio li aveva guidati al posto giusto, al Re dei Re nato misteriosamente dal cielo alla terra, sceso dalle stelle per riportarci in alto.

Del cartone Wish della Disney ho apprezzato l’intuizione di tornare a dire ai bimbi di guardare al cielo per cercare desideri, e risposte. Al netto di tutto il resto, un messaggio che parla anche a noi gente adattata a vivere di materia. Alla fine, desiderare il cielo è l’augurio per tutti noi.

“Cos’hanno tramandato a te, a noi? Perchè negli occhi hai galassie microscopiche? Ti sei mai chiesto perché cerchi risposte tra le stelle?

Alle domande che ora hai. Abbiamo la risposta, sai. E se hai voglia di scoprire tu chi sei. Lo saprai.

Cerca in ogni lacrima. Dentro cuore ed anima. C’è una stella tra di noi che splende già. La stella è qua!”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *