cultura

Francia batte Italia

Tranquilli il titolo non parla di calcio respirate non è successo nulla di grave. Si riferisce alla vendemmia 2023 dove l’Italia perde il primato sulla Francia ma punta ad aumentare il valore della produzione.Secondo le stime produttive del CEEV ( Comite’ Europe’en des Entrepisses Vins) nei 5 principali paesi produttori ( Italia, Francia, Spagna, Germania e Portogallo) si calcola un calo di 10.5 milioni di ettolitri complessivi pari alla produzione tedesca, il calo è da imputare soprattutto alla Spagna ed all’ Italia. La Francia è salita sul gradino alto del podio producendo 45 MHL con leggeri cali a Bordeaux e Champagne ma con aumenti in altre zone come la Borgogna.

La Spagna si posiziona terza per la stima sulla produzione vendemmiale 2023 con 35 MHL mentre la Germania a 8.8 MHL ed il Portogallo 7.4 MHL.

In generale da queste stime redatte a settembre 2023 si evince il calo italiano soprattutto nel sud Italia dovuto al clima “strano” che ha caratterizzata la campagna viticola.

In particolare la stima di produzione per macro area italiana è al Nord +0.8% pari a 27.5 MHL per passare al Centro con 3.5 MHL con -21.1% di calo per finire al Sud e Isole 12.9 MHL con un dato negativo di -28.8%.

Un’ annata caratterizzata da numerose e copiose piogge (In 8 mesi ci sono stati 74 giorni di pioggia) con sbalzi termici che hanno favorito un elevato tasso di umidità optimum per la crescita e diffusione delle ampelopatie prima fra tutte la peronospora che ha condizionato le produzioni viticole in quasi tutto lo stivale. A peggiorare la situazione ci sono stati diversi eventi climatici avversi come grandine e trombe d’aria che hanno danneggiato il patrimonio viticolo in diverse zone italiane.

In questo quadro se la vendemmia risulta difficile per il vino italiano, si sta rivelando una vera e propria debacle per il vino biologico made in Italy. Se ne è parlato a margine della presentazione delle stime produttive di Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini.

Non tutti i mali vengono per nuocere in primis ben venga, quindi, il calo produttivo se può riequilibrare domanda ed offerta in un’annata particolarmente difficile in termini di vendite.

Quindi, tutto sommato, pensando alla tenuta dei prezzi del vino, il fatto che, in una fase in cui i consumi, a livello mondiale, non sono sfavillanti, la produzione non sia poi troppo abbondante e le giacenze soprattutto di rossi sono alte, il calo potrebbe non essere un male.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *