Io come Te o dell’Equanimità
Io Capitano, un film spoglio, dritto, solo come la realtà può essere.
Nessun commento al termine della proiezione solo una parola rimbalza nella mente: equanimità.
Richiamo spesso le parole del Dalai Lama in risposta ad una giornalista che gli chiese se avesse mai incontrato nella sua vita persone come lui e lui rispose stupito:
“si, tutti”.
Questa è equanimità: “Io come te”.
Equanimità chiede di riflettere sul fatto che se fossi natə da quella parte del mondo, in quelle condizioni, in quella famiglia, in quel corpo anche io, forse, mi sarei comportatə proprio in quel modo.
Equanimità non è buonismo, è osservazione e attinenza alla realtà, è analisi attenta dei fatti, senza superficialità ed egoismo.
Negli antichi testi di filosofia Buddhista l’Equanimità è il primo gradino per l’evoluzione e non è il punto di arrivo.
È solo il punto di inizio: questo dimostra quanto siamo lontani dall’evoluzione individuale e sociale e quanto lavoro dobbiamo fare.
Oggi con le hashtag#riflessioniscomodemaVitali ti lascio una piccola pratica introspettiva quotidiana che trovo molto utile.
Fra un respiro e un caffè ti invito a portare alla mente le persone che avverti come “spiacevoli” e a pensare che, come te, cercano solo una cosa nella vita: la felicità.
E ancora, potresti ripeterti “io come te” quando le incontrerai prima di far partire la critica e il giudizio: con mente aperta e una buona dose di curiosità puoi osservare se e che cosa cambia in te e nel vostro rapporto.
Chiudo con un bellissimo scritto di Santideva:
“In quanto sia io che gli altri
siamo uguali nel volere la felicità,
cosa c’è di così speciale in me
da lottare solo per la mia felicità?
In quanto sia io che gli altri siamo uguali
nel non volere la sofferenza,
cosa c’è di così speciale in me
che proteggo me stesso e non gli altri?”
Ti auguro un buon caffè e che sia una settimana virtuosa e se vuoi scrivere le tue riflessioni sarò felice di leggerti
