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L’abbraccio selvatico delle Alpi, di Franco Michieli

Consiglio questo libro anche a chi non è appassionato di escursionismo, anche a chi non ha mai scalato una montagna, o fa fatica a farlo, anche a chi, come me, sa che questa completa traversata delle Alpi, dal mar Ligure al Mar Adriatico, potrà compierla solo così, sfogliando le amabili pagine di “L’abbraccio Selvatico delle alpi – Una traversara alpinistica sotto il sole e le stelle, dall’adolescenza verso l’ignoto” di Franco Michieli.

“Sinossi: Estate 1981. Franco, terminato da qualche ora l’orale di maturità,si mette in cammino con l’amico Andrea. Portano il minimo dell’attrezzatura necessaria per poter affrontare qualsiasi tipo di ambiente: zaino, picca,cartine, abbigliamento estivo e invernale, sacco a pelo e un sottile sacco da bivacco.Niente tenda, niente fornelletto.L’obiettivo? La traversata delle Alpi, dal Mar Ligure all’Adriatico. Ad accompagnarlo, dopo Andrea, si alterneranno altri sette amici, fondamentali perla riuscita dell’impresa. 88 giorni,circa 2.000 Km, 219.000 metri di dislivelli, 25 cime tra le più significative della catena delle Alpi; gran parte dei pernottamenti bivaccando all’aperto o sotto ripari di fortuna. Un viaggio alpinistico, un’avventura tra amici,tante domande, tante scoperte.Non per tagliare un traguardo, o per aggiungere una tacca all’elenco delle altre traversate,ma per immergersi nella natura completamente e «commisurare la propria dimensione con la reale grandezza della montagna,o di ciò che non è umano,e ci sovrasta». Dopo quasi quarant’anni, Franco Michieli racconta la sua esperienza riportandoci nelle Alpi di allora in un viaggio vagabondo, libero, tra vallate e ghiacciai, in uno spazio che rispetto alla piccolezza della persona vale l’infinito.”

Abbiamo conosciuto Franco Michieli a Rocchetta, lo scorso 5 luglio 2020, in occasione del Festival dell’Appennino. Lì abbiamo sentito il suo racconto coinvolgente e poi ci siamo comprati il libro con dedica a me e mia moglie Sara “con i migliori auguri per ogni via personale che vorrete intraprendere verso l’ignoto“.

Questo viaggio verso il “noto” mi è piaciuto molto perchè è intriso, leopardianamente, di sensibilità rara verso ogni essere vivente e verso la natura che è il grande e principale compagno di viaggio di Franco per questi 2000 km. Le tante citazioni letterarie arricchiscono un testo ben scritto oltre che ben vissuto. Infine, per non anticiparvi troppo del libro, come di mia consuetudine, voglio sottolineare solo un altro aspetto che mi tengo nel cuore e nella mente alla fine di questa coinvolgente lettura.

Franco invita tutti a mettersi in viaggio, ognuno per il suo viaggio ma a volte anche senza meta, solo per il gusto del viaggiare di quello che si potrebbe vivere camminando, scalando, esplorando e non necessariamente per darsi un arrivo, un giorno d’arrivo, una scadenza come è tutta la nostra vita. Mettersi in cammino, allontanarsi dalla città, immergersi nella natura e far riuscire il nostro io primordiale con tutte le sue sopite potenzialità.

Si parte.

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