editoriali

Il mestiere dello psicologo e la fede (partiamo dal caso di suor Cristina)

Sul post di un amico qui su facebook relativo alla vicenda di Cristina Scoccia #SuorCristina, e sul post di un altro amico ieri ho trovato due posizioni simili: se vai da uno psicologo invece che rivolgerti a Dio, sbagli.

Il rapporto tra psicologia e fede è complesso proprio perché prossimo e, in alcuni casi, complicato.

Se avrò possibilità e se a qualcuno potesse essere utile, tornerò sull’argomento più estensivamente ma intanto mi preme reattivamente di puntualizzare alcune cose.

Distinguere gli ambiti di competenza tra, per esempio, un direttore spirituale e uno psicoterapeuta, è di grande aiuto, mentre svalutare la professionalità psicologica, diversa e necessariamente trattata diversamente da opportune figure professionali adeguatamente formate, rispetto ad un approccio fideistico che può risolvere tutto perché più ampio e profondo, ecco questo è sbagliato, si sta facendo cattiva informazione e probabilmente causando problemi in modo indiretto.

Un direttore spirituale può beneficiare nel suo ministero dalla preparazione psicologica e alcune condizioni di salute mentale non possono essere trattate dallo “psicologo Gesù” ma da un professionista. La persona affetta da disagio mentale, attacchi di panico o anche condizioni di disturbi di personalità, può trovare conforto, senso profondo, amore oltre ogni condizione nel rapporto vivo con Cristo e nella Chiesa ma è consigliabile che si faccia curare professionalmente.

Altresì, conosco persone di grande fede che in crisi si rivolgono sia a psicologi che a Dio, persone che grazie alla vita spirituale hanno sbloccato situazioni di impasse psicologico stagnante, persone che grazie alla psicologia sono riuscite a disostruire il canale spirituale e a vivere meglio la fede.

#IlMestiereDelloPsicologo e la #fede

Marco Scicchitano

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