Semi di Pace ha compiuto 42 anni: resoconto della festa
“La Chiesa, diceva San Giovanni Paolo II e io dico a voi di Semi di Pace, deve fare memoria grata del passato, vivere il presente con passione e fissare il suo sguardo nel futuro verso il quale ci spinge lo Spirito che fa nuove tutte le cose e crea altre iniziative”.
Queste parole sono state rivolte ai presenti da S. E. Arcivescovo Josè Rodriguez Carballo durante la celebrazione per il 42esimo di fondazione della nostra Associazione. L’Arcivescovo, giunto la mattina a Roma dall’America, ha voluto partecipare alla Festa e si è intrattenuto a lungo con tutti i presenti anche per ascoltare le loro testimonianze e i nuovi progetti di Semi di Pace.
“Una delle caratteristiche della nostra cultura è quella di non aver memoria dice Papa Francesco – ha concluso Carballo – Sembra che tutto inizi con me e finisca con me invece non tutto inizia con me e finirà con me. Ed è fondamentale, se vogliamo vivere il presente con passione e guardare il futuro con speranza, fare memoria. Non una memoria archeologica che ci porta a ripeterci ma una memoria deuteronomica, cioè una memoria feconda: noi torniamo indietro per prendere la linfa delle origini e con questa linfa avviarci verso il futuro. Mai dalla nostra memoria deve sparire questa prospettiva di futuro. Ringraziate il Signore per tutto il bene che ha fatto in voi e attraverso di voi”.
La ricorrenza non è stata solo l’occasione per fare memoria del passato ma pure per lanciare alcuni nuovi “semi” per il futuro e tra questo ci piace evidenziare l’iniziativa presentata dall’avvocato Maurizio Dioguardi e denominata “Centro Internazionale di Studi sulla Pace e la fraternità fra i popoli”.
“Obiettivo principale di questo Centro – ha detto l’avvocato Dioguardi – è quello di promuovere iniziative culturali ed incontri di studio, ricerche, seminari, conferenze e corsi di alta formazione aventi ad oggetto “La promozione della cultura della Pace tra i Popoli della terra”, allo scopo di riscoprire e diffondere i valori costitutivi della relazione umana attraverso il mutuo riconoscimento delle differenze culturali, linguistiche, religiose e giuridiche, per la realizzazione di un nuovo “Umanesimo Integrale” che rimetta al centro la “Persona”, nonché per ricercare e scoprire, tra i diversi sistemi e tradizioni giuridiche, quei principi “comuni” che possano promuovere la costituzione di un “Diritto Universale dei Popoli”, così che possa prevalere la forza della ragione comune sulla ragione della forza”.
Dalla Romania era presente a Tarquinia, Andreea, volontaria della nostra sede locale di Brasov, che quando era bambina, nella casa San Giuseppe ha incontrato, come assistita, la nostra associazione ed ora, una volta diventata adulta, a sua volta ha aperto il cuore all’altro ed è attivissima in numerose iniziative con le altre volontarie della Romania.
Sono stati anche proiettati alcuni video- saluti (che presto pubblicheremo sui nostri social in particolare su https://www.facebook.com/semidipacetarquinia) provenienti da alcuni luoghi in cui siamo presenti nel mondo: da Cuba il saluto di padre Ariel, dalla Repubblica Democratica del Congo quello di Padre Jean e particolarmente toccante e vibrante il messaggio inviato da Fra Emanuele, frate minore, dall’Ucraina. Un caloroso augurio è stato scritto dal Perù da Hogar Maria de Nazareth.
Prima della toccante conclusione di Chiara, giovane sedicenne volontaria dalla sede di Canino, che ha interpretato il canto “Conosco un’altra umanità” il presidente Bondi ha ringraziato uno per uno i presenti, i volontari, i responsabili dei vari servizi, la rete territoriale, le Istituzioni pubbliche, i sacerdoti, i rifugiati e le persone che li hanno accolti.
“Semi di Pace – ha concluso il Presidente – in questi anni ha cercato di attuare nel concreto il vero significato della parola solidarietà, declinazione di carità e speranza. Abbiamo avviato decine di iniziative in Italia e nel mondo grazie ai volontari storici che in questi anni sono stati fedeli all’impegno e alla passione comune e grazie poi a tutte quelle persone che piano piano si sono aggiunte e continuano ad unirsi a noi. La solidarietà sono azioni concrete che migliorano il mondo, gli danno l’impulso, mantengono viva la speranza”.
Hanno concluso la cerimonia, e dato il via al rinfresco, i ricordi di Andrea Beccarini e Gabriele Ventolini che sono stati due tra i primi amici a sostenere il fondatore Luca Bondi in questa visionaria follia iniziata 42 anni fa e che ancora continua, continua, continua.
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