buona novellachiesa

Mai stanco di perdonare!

Dio di misericordia, che hai mandato il tuo Figlio unigenito non per condannare ma per salvare il mondo, perdona ogni nostra colpa …  (Colletta V Domenica di Quaresima/C)

            Dio di misericordia.

Dio che scandalizza i fedeli osservanti della legge mosaica della lapidazione delle adultere. Dio che corregge il Primo Testamento, lo apre a nuovi orizzonti e lo converte al perdono. Dio che in Cristo Gesù viene messo sotto processo dagli anziani, dagli scribi e dai farisei. Sì, esattamente così. Mentre da un lato viene accusata questa donna “sorpresa in flagrante adulterio” (ciò desta il sospetto che gli inquisitori fossero dietro la porta ad osservare, come una sorta di spionaggio premeditato oppure ci fa giustamente ipotizzare una presunta e infingarda accusa, per lo scopo di mettere in tranello Gesù) si chiede al maestro di Galilea che cosa ne pensi di Levitico 20,10, la norma mosaica appunto che prevede la condanna a morte di entrambi gli adulteri, mentre loro hanno ‘posto nel mezzo’ davanti a Gesù solo la donna (e questo ci dà conferma dell’ipotesi che l’accusa sia proprio infamante).

            Gesù non risponde alla domanda, ignorandola con un gesto di difficile interpretazione esegetica: scrive col dito per terra. Allora le pressioni si intensificano al punto da meritarsi una lapidaria risposta, senza entrare nel merito diretto della questione posta. Gesù abolisce di fatto la pena di morte, ma non si lascia intrappolare dalla domanda tranello; egli “porta a compimento” la Legge che prescriveva norme troppo severe e rigide. Con il Nuovo Testamento Dio non condanna ma salva l’uomo. Gli rende la vita. Lo rialza, perché torni a camminare. E inoltre approfitta Gesù per annunciare il regno a quei cuori arroganti, rilanciando nei loro cuori il sassolino che tocca la loro coscienza dura come pietra. Nessun uomo e nessuna donna sono esenti dal peccato. Nessuno ha diritti sulla vita altrui. Tutti se ne vanno.

            La donna e Cristo restano soli. Scena toccante ma non sentimentalista, come in qualche sdolcinato film sulla vita di Gesù. È un momento teologico, non un intermezzo smielato. Dio davanti a noi è lo sguardo che ci riveste di dignità, ci libera dalle pietre aguzze e pesanti come macigni del giudizio altrui e della feroce condanna. Dio è venuto a liberarci da ogni gogna pubblica. Dio è amico e salvatore dell’umanità

            Egli non si stanca di perdonare (Papa Francesco). Permettiamoglielo.

            Egli non ci condanna. Accogliamolo.

            Egli non ci rifiuta. Apriamogli il cuore.

            Egli ci esorta a cambiare strada. Ascoltiamolo …

…  perché rifiorisca nel cuore il canto della gratitudine e della gioia.

(Colletta V Domenica di Quaresima/C)

Così anche San Francesco ridonò serenità e pace al cuore di quel sacerdote che, colto in peccato, fu condotto dalla folla dinanzi a lui perché lo castigasse. Dopo aver preso infatti le sue mani tremanti di paure, caldamente le baciò e con riverenza fece un inchino davanti al prete sussurrando così: “Queste mani anche se si sono macchiate di colpa, restano il ponte che fa scendere Dio in mezzo a noi nella celebrazione dell’Eucaristia”. Gettare via il male, salvando l’uomo che lo ha commesso. Ripudiare il peccato e guarire il peccatore. Sempre.

Buona Domenica!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *