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Il grembo di Maria s’è fatto tempio di Dio

Questa domenica costituisce l’ultima tappa preparatoria alla grande attesa. Maria, appena madre del salvatore, porta in fretta ad Elisabetta i primi frutti della redenzione; Giovanni Battista nascosto ancora nel grembo della madre, esulta di gioia; Elisabetta, piena di Spirito Santo, riconosce in Maria la madre di Dio e la proclama beata perché ha creduto; e dal cuore di Maria esplode il magnificat, in cui ella loda il Signore che privilegia i poveri e i piccoli, che usa misericordia e capovolge le situazioni di peccato, disperdendo i superbi ed innalzando gli umili… Assistiamo qui ad un contro tipo e modello della festa cristiana, con la lode divina al centro.            

L’Episodio della visitazione nel vangelo pone Maria come colei che ha preparato più direttamente la nascita storica del Salvatore. Esso viene immediatamente dopo il “si” che ha permesso al progetto di Dio di realizzarsi. Egli infatti “ha guardato l’umiltà  della sua serva”,  la sua apertura credente, la sua disponibilità  alla volontà  del Signore.            

La stessa disponibilità  alla volontà  del Signore è anche il tema della seconda lettura. Per l’autore della lettera agli Ebrei, tutta la missione storica di Gesù sta sotto questo segno della disponibilità -fedeltà  a Dio. Perciò questa lettera riprende un’espressione del salmo 40 (sintesi o scopo di tutta la rivelazione) per indicare il contenuto del “rotolo del libro”, cioè della Bibbia: “fare, o Dio, la tua volontà “. E ’quello che ha capito Maria. “Beata colei che ha creduto!… “, ossia che non si è attaccata ad un altro, si è fidata di Dio e si è lasciata portare da lui.             

Maria ci dà  una lezione di fede. Aver fede, in fondo, significa credere che Dio è fedele e mantiene per sempre la sua parola. E Dio non delude quando un credente smantella le proprie difese o sicurezze e si arrende totalmente a lui, il “Potente”. Infine, le parole del signore a Maria per Gabriele sono appena terminate quando ne ascolta altre, per bocca della cugina Elisabetta. Il Signore ci può parlare nei modi diversi. Anche in un incontro, normale o banale, possiamo trovare una “Elisabetta” dalla quale ci viene una parola di Dio. L’importante è che sia accolta con fede e conduca al rendimento di grazie. Purtroppo, oggigiorno, ognuno sa tutto e nessuno ha consigli o lezioni da ricevere, ma solo da dare.

Don Joseph Ndoum                                                      1ª lettura Mic 5,1-4 * dal Salmo 79 * 2ª lettura Eb 10,5-10 * Vangelo Lc 1,39-48

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