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Di notte andremo a ricercare la Fonte! – commento al Vangelo della Domenica

La Buona Novella – Introduzione al Vangelo della Domenica – IV DOMENICA DI QUARESIMA / B – Gv 3,14-21

Di notte andremo a ricercare la Fonte!

Nicodemo. Uomo del Sinedrio che desidera incontra di notte Gesù. Emblema di quanto il fascino travolgente dell’Evangelo predicato dal Rabbi di Galilea non conosca confini. Il Regno annunciato da Gesù sfonda e rompe tutti gli schemi, non solo quelli dei tradizionalisti ma di coloro che chiamiamo progressisti e riformisti: Cristo non ha attratto a sé solamente i cuori di chi vive nelle periferie esistenziali, dei cosiddetti lontani dalla vita religiosa –anche se bisogna ammettere che costoro hanno accolto con maggiore entusiasmo e più intenso seguito la Novella. Tuttavia non va dimenticato che Egli ha anche riscaldato l’anima di un uomo del clero. Esponente dell’alto clero dell’epoca. Un membro del Sinedrio. Uno della casta, si direbbe oggi. Anche in un luogo rigido e impietrito come quello definito dal quarto Vangelo, la fiamma della salvezza ha aperto un varco nel cuore di costui: Nicodemo. Di notte esce. Esca da sé. Dal suo mondo. Sia per timore di farsi vedere con Gesù, sia perché nella notte “ha sete di Dio la sua anima”. È vero che passa alla storia come discepolo vigliacco, pauroso nel comparire con Cristo alla luce del sole, ma è altrettanto vero che un rischio lo corre, mettendosi sulle tracce del Maestro, e ci riesce ad incontrarlo! In lui trova il nuovo Mosè, la luce vera, colui che è stato mandato dal Padre non per condannare ma per salvare il mondo. Ad un uomo di leggi e precetti divine parla il Cuore del Maestro, facendo sgorgando in lui sete di acqua viva.

Nicodemo, parafarsi dell’uomo di sempre. Uomo a cui si addicono le parole del Signore. Chi crede, è salvo; è nella luce; vive in Dio. Chi non crede si autocondanna, e resta al buio; lentamente, muore. Ebbene Nicodemo “crede e non crede”. Noi siamo tutti così. Diciamo di credere e con la nostra vita siamo ‘altrove’. Riconoscere questa ambiguità, “rompere l’ingenua innocenza della nostra anima” (Carlo Maria Martini) è già un ottimo inizio per uscirne e “lasciarsi afferrare pienamente da Cristo”. Chi si riconosce malato, è già in fase di guarigione; chi si riconosce cieco, già sta guarendo dalla cecità; chi si percepisce sordo, inizia a sentire la Sua voce. Questa è la strada per farsi salvare ed entrare pienamente a contatto con la Luce. Senza però la pretesa assurda di possedere Dio. Non possiamo afferrarlo, ma lasciarci amare da Lui sì. E saremo una cosa sola con Lui.

Coraggio!!!

La nostra esistenza cristiana è nella notte? Usciamo da noi stessi e andiamo incontro a colui che ci precede sempre; usciamo dalla frigidità dell’anima e permettiamo al Signore di penetrarci nell’intimo, per essere gravidi di amore divino, pieni di Grazia.

La nostra vita è nella penombra? Continuiamo solo ad aver fede … con pazienza, perseveranza e costante fiducia nella sua Parola. Essa è “rivolo di sorgente fresca tra le montagne” (M. Magrassi) ed “eco tra i monti” (Tagore). Invade l’intimo delle tenebre e le vince con la sua calma e silenziosa presenza.

Il nostro cuore è nella notte più buia? Caligine e oscurità dentro e buio pesto come pece all’esterno? Preghiera assoluta. Silenzio totale. Sabato santo dell’uomo. È già Pasqua. Dove “finisce l’umano, inizia il Paradiso”. (Don Primo Mazzolari)

Buona Domenica!

don Domenico Savio

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Un pensiero su “Di notte andremo a ricercare la Fonte! – commento al Vangelo della Domenica

  • Questo mio modesto commento si vuole articolare in 2 punti… Sul contenuto del messaggio sono evidentemente concorde.. Chi giunge a percepire i suoi difetti, i suoi peccati.. CIOÈ HA INIZIATO A CAPIRE CHI SIA… Si è già avviato verso una redenzione.. Chiaro e limpido come acqua di fonte… É perciò attraverso un cammino di conoscenza (e non di sofferenza) che si giunge ad intendere il messaggio della Verità e della Vita e cioè la RICERCA DELLA PROPRIA DIVINITÀ INTERIORE. Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo nuovamente farci UNO bello Spirito, ricostruendo con il nostro Gesù, che è Amore, la perfetta trinità, perché Lui risiede nel cuore delle coppie che sono nel Tutto.. E questo era voluto da sempre… È stato sciupato.. Ma è ancora e sempre voluto. Dio non torna certo indietro dal suo eterno progetto d’amore… Anche se noi esseri umani abbiamo creato diavoli ovunque… Il secondo punto riguarda invece un dichiarato del buon Don Domenico… Nicodemo esce nascostamente per incontrare Gesù.. Ci riesce… “Ed in Lui incontra il nuovo Mosè” eh.. No… Caro Domenico… Questo proprio me lo dovevi risparmiare… Sono consapevole di quanto sia difficile, sopratutto per un religioso, il cambiamento di pensiero. Come puoi parlare di Gesù come di un nuovo Mosè… È assai facile scoprire il nome di un assassino. Facile come leggendo le ultime pagine di un libro giallo. Ma qui le pagine da scandagliare sono le prime. Il libro è la Bibbia. Le false verità di Mosè hanno fatto sì che la serenità e la gioia si allontanassero sempre più dal mondo. L’uomo ebbe paura di essere felice. Ebbe paura della Verità… “LA morte é un’incognita angosciante perché l’uomo seguita a dar credito alle bugie di Mosè.., personaggio privo di moralità, ripudiatore della moglie, assassino, uccisore del suocero, suo maestro. Per cancellare l’enorme bugia, per rivedere il volto di Dio, per dire e riudire parole vere, per ridare al mondo la gioia, la serenità e la felicità, per eliminare le guerre, gli olocausti, i morbi, occorre un Pensiero Nuovo. Il vecchio, ammuffito biblico pensiero mosaico e babelico deve annullarsi come nebbia al sole. Mosè é l’inventore della Babele. Il mio Gesù è l’anti Babele… Non merita di essere accostato a costui neanche per un istante.

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