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Imparo a vivere da tutti voi, donne, uomini, animali, libri, ruscelli….

IMPARARE A VIVERE – Voglio imparare. Ho bisogno di imparare. Il tempo stringe. E io debbo imparare. A vivere. Imparare a vivere per saper poi morire. Imparo. Da voi. Vi guardo. Vi osservo. Vi interrogo. Anche quando non ve ne accorgete. Anche quando non me ne accorgo.

Vi interrogo e sempre rispondete. Vi guardo. Quando le lacrime vi offuscano gli occhi. E quando la gioia vi fa traboccare il cuore. La carne soffice di chi è appena giunto al mondo. Le rughe di chi si prepara ad andare via. Gli innamorati che si attraggono. Gli amanti che si cercano furtivi. Gli sposi custodi dell’amore che un giorno li travolse. I poveri. I ricchi.

Attirano l’interesse mio. Ho bisogno di loro. Interrogo.

Persone e libri. Persone vive, che camminano, mangiano, amano. I libri: pagine morte che prendono vita quando le interpello io. Sopravvissuti sono i libri a chi un giorno li pensò.

E ho conosciuto Agostino ed Abelardo. Platone e sant’Anselmo. Erano nei libri. Vivi. E li ho incontrati. Siam diventati amici. Vado in cerca di maestri. Prezioso è il tempo. E questo è il tempo mio. Leggo. I libri e gli animi.

Gli animi vostri e l’animo mio. Come si somigliano. Che abissi! Che profondità! Mai si tocca il fondo. Speleologo. Voglio essere speleologo. Per scendere negli anfratti, nelle profondità dei cuori. Là dove più veri siamo. Dove la menzogna tace. E il mistero è grande. Ho bisogno di raggiungerlo. Il mistero. E’ là nelle grotte più profonde. Scendo. Sempre più giù. Dentro di voi. Dentro di me. Mi immergo, noncurante del pericolo. Salgo con voi sulle cime alte degli alti monti. Mi arrampico. Per voi. Con voi. Ci aiuteremo.

Lassù interrogheremo le nevi e il sole. Ascolteremo il ruscello farfugliare mentre scende a valle. Grideremo ai falchi e alle farfalle. Ognuno ha una parola. Alcune non le conosco ancora. Studierò. La lingua degli orsi e degli uccelli. La lingua strana che il silenzio ama.

Ho bisogno del silenzio. Ho bisogno di parlare la lingua del silenzio. Voglio dialogare con il silenzio. Voglio che il silenzio mi diventi amico. Voglio nel silenzio continuare ad interrogare il cuore. Il mio. Il vostro. Ho paura. Ho paura di morire analfabeta. Ho paura di far morire dentro il vento.

Vado in cerca di maestri. Tu sei maestro mio. Maestri i sensi e i sentimenti belli. Maestri anche l’odio ed il rancore. Maestri miei le donne e gli uomini. Gli animali e la tempesta. Il mare ed il deserto. Ho bisogno di imparare. Debbo farlo oggi. Il domani non mi appartiene. Imparo. Per essere più vero. Per essere me stesso. Per non mentire a voi. Per non mentire mai. Alla vita. Vita che mi tiene in vita. Vita che si trasforma in morte. Morte che non vuol morire. Morte che non muore mai. Morte che mi aprirà alla Vita.

Padre Maurizio Patriciello.

2 pensieri riguardo “Imparo a vivere da tutti voi, donne, uomini, animali, libri, ruscelli….

  • R. T. M.

    “ed io debbo imparare”… “vi interrogo e sempre rispondete”… Vi osservo in molti atteggiamenti “guardi gli innamorati, gli amanti… Gli sposi custodi dell’amore che un giorno vi travolse (se ha travolto era forse altro, magari passione erotica)… Attirano l’interesse mio… Ho” bisogno “di loro… Interrogo. (hai bisogno di conoscere da loro per imparare) Persone e libri… Sopravvissuti sono i libri a chi un giorno, nel passato, li penso'(il prodotto del pensiero di uno scrittore, un filosofo, teologo o santo, o maestro che scrisse) anche di uomini che si sono fatti portatori di verità o della volontà di Dio. Ponti tra noi e ciò che é al di là di noi. “ed ho conosciuto Agostino ed Abelardo… Platone e sant’Anselmo… Siam diventati amici(significa che hai apprezzato o fatto tuo il loro pensiero.. Immagino) E qui dici una cosa interessante.” prezioso e8il tempo.. e questo è il tempo mio… Leggo… I libri, gli animi vostri e l’animo mio…) quindi stai leggendo anche te stesso?) L’essere umano, la sua mente, la nostra mente, si é evoluta in milioni di anni. Ma tutto questo TEMPO ha portato libertà a noi esseri umani? Sembra di no! Certamente una parvenza di libertà esiste(Covid permettendo) É possibile viaggiare da un paese all’altro, cambiare lavoro(almeno nei paesi democratici e non a regime dittatoriale)Ma interiormente, a livello psicologico, la nostra mente è un prodotto del tempo e quindi non potrà mai accedere alla libertà. E senza libertà non possiamo in alcun modo andare al di là di noi stessi. Interiormente siamo schiavi. Anche io ho studiato, letto, osservato, indagato le teorie di intellettuali, filosofi, teologi… Teorici appassionati, comunisti e cristiani e, ovviamente, mi sono fatto una opinione. Ma poi mi sono reso conto che tutto ciò che avevo acquisito doveva necessariamente essere accantonato. Completamente rimosso, abbandonando ogni processo di analisi (l’analisi consolida il tuo conosciuto ed è ancora un processo che si sviluppa nel tempo). Alla fin fine siamo stati tutti condizionati da conclusioni e teorie di questi filosofi, psicologi e più ne ha più ne metta. Certo che non è facile. Occorre essere attenti ma sopratutto Pazienti. La pazienza non è del tempo, non esiste l’ansia del tempo (é prezioso il tempo, e passa veloce.. Il tempo stringe.. E sembra che tu abbia paura di morire analfabeta.. Hai paura di far morire dentro il vento… Parlami di questo vento). Vai in cerca di maestri(spero di aver letto bene) hai bisogno di imparare… Imparo “per essere più vero” per essere me stesso, perché così facendo non vi mentiro… E mai mentiro’… Sicuramente la funzione della mente é quella di imparare, indagare. Però imparare, a mio parere, non è affatto la citazione della memoria o un accumulo di conoscenza acquisita scrutando gli atteggiamenti o il “sopravvissuto vivo” dei libri. Implica piuttosto la capacità di pensare con chiarezza, logica, senza cadere nella trappola delle illusioni o di bugie emozionanti. Si può “imparare” solo partendo dai fatti, senza dare spazio a qualche ideale o a quello in cui crediamo. Ad es. non si può imparare quando permettiamo che il pensiero si basi su qualche conclusione che diamo per scontata e imparare non significa nemmeno acquisire info o accumulare conoscenza. Per imparare ci deve essere AMORE, l’amore non che ti travolge (quello non è amore) ma che consente di capire, l’amore di fare una cosa per se stessa… E ovviamente possiamo imparare solo quando non siamo sottoposti nessuna coercizione. Aggiungo che la maggior parte delle persone pensa che il Confronto faciliti questo apprendimento. Lo metto in dubbio… non è così. È vero il contrario. Questo genere di confronto non è altro che una forma di persuasione che genera paura e non consente affatto di imparare. IMPARARE é perciò un processo continuo che non richiede alcun accumuli conoscitivo, non è per niente un processo nel quale si acquisisce “qualcosa” per poi agire di conseguenza. Per quasi tutti noi la conoscenza si basa sul ricordo di una esperienza o sull’idea che ci facciamo dell’esperienza. Da questa scaturisce la nostra azione. Cosa significa? Che la nostra azione si basa sempre sulla conoscenza tecnologica o psicologica, legata ad una tradizione, una religione o ad una nostra particolare idiosincrasia. É possibile, ti chiedo, procedendo in un processo del genere, imparare? Che differenza vi è tra imparare e accumulare info e conoscenze? L’atto vero di imparare non è toccato dal passato. La saggezza non è il prodotto della conoscenza ed è qualcosa che ognuno deve scoprire da sé! Conoscenza e saggezza non procedono insieme… CONCLUDO: Senza conoscere noi stessi non potrà affiorare la saggezza, senza conoscere se stessi non avremo alcuna possibilità di vivere nell’ordine e nella virtusalvifica(per noi stessi e gli altri) il vero “imparare” avviene nel presente, non ha passato. Quando dici finalmente “ho imparato”, hai a che fare con la conoscenza che hai accumulato e questo significa che ormai hai smesso di imparare. Devo conoscere me stesso, la struttura, la natura… Il significato di quell’entita che chiamo “me”. Ma non posso farlo se continuo a portarmi dietro tutto il carico di conoscenze legato al passato. Finché mi tengo tutto questo non posso imparare. Posso solo interpretare modo mio quello che vedo con occhi annebbiato dal passato.

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  • R. T. M.

    Il quasi ossimoro finale mi piace… Ho realizzato un paio di manufatti titolati “LA MORTE C’È MA NON ESISTE…. e POLVERE ERI E POLVERE RITORNERAI. E mi sono chiesto chi abbia inventato questa ultima frase rendendo invece la morte ineluttabilmente” mortale “… Ma questa è un’altra storia.

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