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Alex Zanardi: la differenza tra vivere o lasciarsi esistere

Penso ad Alex Zanardi. Un uomo che ha saputo fare della disgrazia una forza, della disabilità un vantaggio. Una persona che ha saputo trovare, in un bicchiere asciutto raccolto nel deserto, quella microscopica goccia d’acqua con cui si è dissetato e ha ricostruito una vita che per chiunque altro sarebbe stata irrimediabilmente distrutta.

Perché a volte, la differenza tra decidere se vivere o lasciarsi esistere, se trovare un punto d’appoggio aggrappandosi a un filo di seta o farsi trascinare negli abissi della morte vivente, sta tutta in noi.

Non conta il fatto di essere eroi sportivi, né le coppe o le gare vinte. Conta il fatto che tutti, tutti noi, quando ci abbattiamo e perdiamo fiducia e forza per un affare andato male o per una malattia, spesso non vediamo che anche nella più inestricabile delle nebbie la luce c’è. Riuscire a scorgerla, e raggiungerla, fa la differenza.

E rende Campioni della Vita. Quella vera.

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