editoriali

Nuove politiche per la vita: il buonsenso e l’esempio dell’Umbria

La pandemia che ci ha colpiti rischia di peggiorare la situazione demografica già grave dell’Italia e della nostra Umbria: diventare genitori sembra ormai una opportunità per pochi, considerato anche il peso, adesso, della crisi economica prodotta da Covid-19 sui giovani e sulle famiglie.

Vanno quindi innanzitutto riequilibrate nella nostra regione le passate politiche sull’aborto e la maternità, evidenti anche nei dati dell’ultima relazione al parlamento sull’attuazione della legge 194, che mostrano, ad esempio, come in Umbria i punti nascita (cioè le strutture dove nascono bambini, per 100.000 donne in età fertile) sono 4.4, a fronte di 6.5 punti IVG, cioè strutture dove vengono praticati gli aborti.

Anche per questo apprezziamo e condividiamo le nuove indicazioni sull’aborto farmacologico dell’amministrazione Tesei, che vanno nel senso di questo riequilibrio, nell’ottica di una maggiore tutela della salute della donna.

La nuova strada appena intrapresa può continuare con ulteriori gesti concreti di sostegno alla vita nascente e alle donne, in linea con il programma e le azioni già avviate: chiediamo di destinare un fondo specifico in sostegno alle maternità difficili, a quelle donne che chiedono di essere sostenute nel portare avanti la loro gravidanza, ma che si trovano in difficoltà.

Si tratta di una iniziativa che già è stata realizzata in altre regioni italiane, con buoni risultati; un gesto concreto di speranza nelle nuove politiche per la famiglia e per la vita che questa regione sta già meritoriamente mettendo in atto. Il Movimento per la Vita e i Centri di Aiuto alla Vita dell’Umbria sono pronti a collaborare, mettendo a disposizione la propria esperienza pluridecennale: solo a Perugia, dall’inizio delle attività nel 1980, grazie al volontariato per la vita sono nati 664 bambini, grazie al sostegno dato alle loro mamme che lo avevano liberamente richiesto.

MOVIMENTO PER LA VITA DELL’UMBRIA

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