Cari nonni vi scrivo: state ancora a casa! Parola di medico ambulatoriale
Due settimane fa mi ha chiamato 98enne. Due giorni prima, accompagnando in auto moglie e cane in farmacia, non quella vicina a casa ma quella lontana (e io cretina che gli ho portato ricette a domicilio e ho attivato i volontari del comune perché gli fosse portato tutto a domicilio compresi i farmaci..) è rimasto nel giardinetto di fronte col cane mentre la moglie entrava. Senza mascherina, non era ancora obbligatoria in Lombardia e comunque chi vuoi infettare, il cane?
Gli son cedute le gambe. Ferito, sangue.. Hanno dovuto soccorrerlo ovviamente. Toccando lui e il suo sangue. La farmacia ha dato guanti ai soccorritori. Mascherine no, non ce n’erano. E’ stato ricacciato in auto in qualche modo.
Mi chiama due giorni dopo perche vuole andare in pronto soccorso non avendo cerotti in casa! Lo faccio venire in ambulatorio e si presentano in due (non si fa), senza guanti (non si fa), toccando tutto il toccabile (non si fa), dalla sala d’attesa comune coi miei colleghi preoccupati ecc ecc!
Io tutta bardata ho fatto fuori 1 preziosissimo kit di protezione (ats ci ha fornito 1 solo camice e nessuna mascherina ffp2, vedi tu. Proseguiamo con ciò che ci viene regalato da parenti e amici con agganci con la Cina, arivedi tu) Caccio fuori moglie perchè torni in auto.
Medico ferita ancora aperta e sanguinante. Bendaggio compressivo. Istruisco con indicazioni su cerotti e betadine da comprare in farmacia. Poi mezz’ora a passare candeggina ovunque. Il tutto mentre il telefono squillava senza sosta per le altre decine di pazienti.
Se chiediamo alla popolazione più fragile di non uscire, perchè a tanti dopo questo periodo di sosta forzata cedono le gambe (come alla vecchietta in chiesa che non doveva trovarsi lì infatti), ci sarà un motivo. Ma vedo che le indicazioni non vengono colte da chi non ci ha sbattuto il naso.
Dott.ssa Daniela, medico ambulatoriale