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Ho ritrovato il mio segnalibro quindi arriveranno tempi migliori – piccola storia felice

Quello in foto è il mio segnalibro preferito. Mi è stato regalato decenni fa (ero una bambina) e da allora mi segue in tutti miei spostamenti: in vacanza, all’università, nel trasloco da sposata.

Ci tengo molto perché voglio molto bene alla famiglia di quasi cugini che me lo ha regalato. In questi 30 anni circa ne ha passate di tutti i colori, non solo per i libri in cui mi ha tenuto il segno, ma perché l’ho perso due volte.

La prima volta è successo 5 anni fa, quasi esatti. La mia terza gravidanza si era bruscamente interrotta al 6° mese e io ero in crisi nera. Non avevo più molta voglia di leggere e da qualche tempo non trovavo più in giro il mio segnalibro. Pensavo di averlo tirato su con tutti i fazzoletti usati che avevo sul comodino e di averlo inavvertitamente buttato.

Vista la situazione, questa piccola cosa mi faceva star male senza una vera
logica. Poi, dopo settimane, ho ripreso in mano uno dei miei libri preferiti (“L’anno di don Camillo” di Guareschi) e … eccolo lì! Lo avevo riposto nella libreria insieme al libro che stavo leggendo tempo prima. Ritrovarlo mi ha rasserenato quella giornata e, a partire da quel minuscolo sorriso, pian piano mi sono avviata verso la cicatrizzazione delle ferite (non esageriamo e non chiamiamola “guarigione”).

La seconda volta, invece, è recentissima. Da mesi, ormai, avevo perso di vista il segnalibro e, pur non spiegandomi come avessi fatto a perderlo questa volta, mi stavo rassegnando. Poi, la settimana scorsa, la forzata inattività mi ha convinta a rimettere in ordine la libreria dal mio lato del letto e il mio comodino ed eccolo lì! Di nuovo. Anche questa volta lo avevo lasciato in un libro, ma, siccome era un libro molto noioso, era rimasto sul fondo della pila sul comodino e non ne sarebbe emerso ancora per molto tempo, se non avessi fatto ordine.

Ancora una volta, questo piccolo ritrovamento mi ha migliorato la giornata. In qualche modo lo associo al fatto che arriveranno tempi migliori. Mi rendo conto che la cosa sa un po’ di superstizione e non è che io creda che da domani usciremo tutti e il virus non esisterà più, ma semplicemente mi sembra che Qualcuno mi ricordi che davvero “la speranza è l’ultima a morire”, anche se i segnali che ce lo dicono sono piccoli e insignificanti come un segnalibro.

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