“Dopo mi confesserò ma Tu, mio Dio, perdonami adesso”: il Papa ci ricorda che, in tempi di Coronavirus, è possibile confessarci a tu per tu con Dio
Io so che tanti di voi, per Pasqua, andate a fare la Confessione per ritrovarvi con Dio. Ma tanti mi diranno oggi: “Ma padre, dove posso trovare un sacerdote, un confessore, perché non si può uscire da casa? E io voglio fare la pace con il Signore, io voglio che Lui mi abbracci, che il mio Papà mi abbracci… Come posso fare se non trovo sacerdoti?”.
Così si è espresso stamane nella Cappella di Santa Marta nella sua quotidiana e tanto attesa omelia.
Papa Francesco ha avuto subito a cuore il tema della misericordia di Dio, già appena eletto Vescovo di Roma: nel suo primo Angelus ci ricorda che dinanzi alla nostra fiacchezza di chiedere perdono c’è una ostinata voglia di perdonare da parte di Dio, che è un Papà.
Ancora nel 2015 con il Giubileo straordinario della Misericordia, Francesco colloca tutta la Chiesa intera in questo sentiero di riconciliazione e di grazia.
Anche ora, nel periodo dolente che stiamo attraversando di questa pandemia, il Papa si preoccupa di elargire ai cuori assetati il volto indulgente e misericordioso del Padre.
E raccomanda, a tutti coloro che per ovvie ragioni di precauzione e tutela della salute propria e altrui, un esercizio penitenziale “a tu per Tu” col Signore.
Ciò che una volta era la scusa di alcuni per evitare la “tassa” della confessione con un sacerdote (“che male c’è se parlo direttamente con il Signore?” oppure “perché dire le mie faccende personali ad un uomo come me, meglio rivolgermi al Signore”) ora è un consiglio del Santo Padre con la Nota che decreta norme circa la fruizione dei Sacramenti e dispensa il popolo di Dio dalla Messa e dai Sacramenti in tempo di Coronavirus.
Ascoltiamo ancora il Papa nell’epilogo di questa toccante e catechetica omelia:
Tu fai quello che dice il Catechismo. È molto chiaro: se tu non trovi un sacerdote per confessarti, parla con Dio, è tuo Padre, e digli la verità: “Signore, ho combinato questo, questo, questo… Scusami”. E chiedigli perdono con tutto il cuore, con l’Atto di dolore, e promettigli:
“Dopo mi confesserò, ma perdonami adesso”. E subito tornerai alla grazia di Dio. Tu stesso puoi avvicinarti, come ci insegna il Catechismo, al perdono di Dio senza avere un sacerdote “a portata di mano”. Pensateci: è il momento! Questo è il momento giusto, il momento opportuno.
Un Atto di dolore ben fatto, e così la nostra anima diventerà bianca come la neve. Sarebbe bello che oggi nei nostri orecchi risuonasse questo “torna”, “torna dal tuo Papà, torna da tuo Padre”.
Ti aspetta e ti farà festa.
Don Domenico Pierro
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