Essere diverso è una cosa normale ma essere escluso perché sei diverso è una cosa che non tollero
Questa è una delle parole più complesse che esistano nel nostro vocabolario, DIVERSITA’: che cos’è veramente?
Molti pensano che sia soggetto di ostacolo perché non sanno che, se fossimo tutti uguali, si creerebbe una sorta di monotonia tra di noi: stessi hobby, stesso colore di pelle e stesso modo di pensare. La gente non sa che, prima di conoscere in fondo una persona, non bisogna badare all’aspetto fisico, ma a come è dentro.
Vorrei dire a quest’ultime che hanno bisogno di un momento di riflessione per poter scoprire che, in fondo, anche esse sono diverse da una qualsiasi altra persona, e vorrei infine aggiungere che, prima di prendere in giro delle persone più deboli, c’è prima da riflettere e poi da scoprire se magari si può fare qualcosa per aiutarle, poi si parla con loro e si scoprirà che forse non sono tanto mali come esseri umani.
Mi riconosco molto in ciò che sto dicendo perché, nel mio gruppo classe, diciamo che sono una di quelle “estranee”, che non vengono considerate più di tanto e che guarda le storie WhatsApp di compagne in giro per il centro, mentre è da sola a casa sul divano. Non so perché facciano così: non vesto firmato? non ho un telefono all’ultima moda? Avrò forse un aspetto fisico che non rispecchia le loro aspettative? O forse è semplicemente che sono una di quelle che non ha molta voglia di mettersi in mostra. Io sono diversa dalle altre, lo so, ma è proprio questa la cosa che mi rende speciale e che rende speciale ognuno di noi.
Essere diverso è una cosa normale, ma essere escluso perché sei diverso, è una cosa che non tollero: è come se la gente ti obbligasse a cambiare la persona che è in te.
L’insegnamento che mi ha dato questo concorso è che dobbiamo essere un po’ tutti come Giacomo: capire che la bellezza di una persona è dentro e non fuori. Non dobbiamo essere come quei ragazzini al parco che prendono in giro e guardano male colui che è più debole di noi. Colui che è… DIVERSO. Quelli non hanno capito nulla: invece di deridere Giovanni, potevano avvicinarsi e fare amicizia con lui per scoprire la persona meravigliosa che si trova nel suo cuore. Giacomo è riuscito ad “entrare nella mente” di Giovanni: capire i suoi giochi, i suoi sentimenti, riuscire a scoprire il suo mondo. Tutti dobbiamo essere così, ma peccato che spesso la gente non riesce a capire che, in realtà, la diversità non è un fenomeno assai straordinario: è la vita di ogni giorno. Il mondo è composto da sette miliardi di persone tutte diverse le une dalle altre.
La scuola cerca di farci capire questo concetto con progetti e con cartelloni, ma queste cose non servono a nulla se non ci metti i sentimenti, la volontà di ascoltare e di compiere ciò che viene spiegato. La mia scuola, ad esempio, organizza un progetto chiamato “Diversamente Uguali” che spiega con brevi filmati e con disegni la bellezza di essere uguali come esseri umani, ma diversi come modo di fare e come personalità. La diversità per me è più che ricchezza: è un onore, sapere che sei l’unico e irripetibile che non verrà mai sostituito, che il tuo modo di pensare, le tue idee, sono tue e sei tu quello che le ha progettate. Solo tu.
Matilde Morresi