Biblioteca Serafino Belfanti: 25 mila volumi all’interno di una azienda
Ci sono giornate nelle quali, facendo il lavoro di commerciale, parti e, come dice quella canzone, l’importante è sentire che va.
Ci sono clienti che raggiungi perchè hanno una dozzina di tuoi strumenti e quindi vuoi conoscerli e vuoi che loro conoscano te, forte del cognome che porti, immeritatamente, sulle spalle ma che cerchi di onorare col tuo vivere.
Sempre più spesso però ci sono sorprese, dietro l’angolo, dietro una porta, che ti riconciliano non solo col lavoro ma con la vita stessa perché una semplice visita da un cliente diventa l’incontro tra persone, nascono amicizie, si scoprono luoghi, ci si immerge nella cultura e nella sempre viva capacità italiana di fare.
Svas Biosana è una società mia cliente di Ottaviano di Napoli: producono bendaggi, cerotti, pannoloni per incontinenti e altro ancora.
Quando però al caffè si va oltre lo sfogliare il catalogo del nostro “dare e ricevere”, ecco che il responsabile di Produzione Massimiliano scopre che sono laureato in lettere, appassionato di libri, e allora mi invita a seguirlo dal suo collega Salvatore, responsabile risorse umane e biblioteconomo, che a sua volta chiede il permesso alla cordialissima titolare signora Carla e in un attimo mi ritrovo in mezzo a 25 mila volumi di biologia, chimica, medicina, farmacologia, immunologia, facenti parti della Biblioteca Serafino Belfanti.
Salvatore mi conduce con eleganza e professionalità lungo tutta la biblioteca, portata e risistemata a Ottaviano, da Milano, proprio come era in originale, con la stessa disposizione dei mobili e dei tavoli per grande volontà del dottor Petrillo.
Salvatore conosce ad uno ad uno quei volumi perchè ha avuto il privilegio di poterli catalogare singolarmente e non mancano gli aneddoti soprattutto davanti a un testo bilingue, giapponese e latino.
Ero partito così, solo per sentire la macchina andare, solo per fare un altro incontro di lavoro ma ancora una volta la vita, questa volta dietro una porta, mi ha restituito più di quello che le ho dato.
Ho chiesto a Salvatore e Massimiliano di poter sostare cinque minuti da solo lì in mezzo ma con l’anima, e con la testa, sono ancora lì.