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Attenti al bene che è seminato in ogni uomo

Il brano evangelico di questa domenica fa seguito alla pericope di domenica scorsa. Infatti Gesù continua la stessa catechesi ai suoi discepoli, a causa della loro incomprensione. Oggi proprio. Egli corregge l’impulsività di Giovanni che si oppone con durezza agli altri e gli insegna un atteggiamento di comprensiva accoglienza. Agli occhi di Giovanni un esorcista che fa ricorso al nome del suo maestro senza appartenere al gruppo dei suoi discepoli è un abusivo. In questo intervento si avverte l’eco delle tensioni tra i diversi gruppi che si richiamano alla figura di Gesù.

          « Non glielo proibite , perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi, è per noi ». Gesù amplia l’orizzonte dei suoi discepoli e nello stesso tempo corregge l’impostazione esclusivistica di Giovanni, il portavoce di un atteggiamento rigido ed intransigente. Non solo i discepoli di Gesù possono adoperare il suo nome per compiere esorcismi, cioè un’ opera simile a quelle di Gesù, e a favore dell’umanità. L’impegno a favore dell’ uomo nella stessa direzione di Gesù non è prerogativa esclusiva di nessuno. L’atteggiamento di Gesù,che contrasta con lo spirito settario dei suoi discepoli, si può accostare a quello di Mosè nella prima lettura dal libro dei Numeri (11- 25- 29).Eldad e Medad profetizzano nell’ accampamento, nonostante la loro assenza nella tenda durante la discesa dello Spirito.

         Allora Giosuè disse : “Mosè, signor mio impediscili ! e volesse il signore dare loro il suo spirito ! “, ma Mosè rispose : “sei tu geloso per me ? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il signore dare loro il suo Spirito ! “

L’azione di Dio che opera mediante il suo Spirito non può essere circoscritta dentro i confini di una comunità definita unicamente in base ai criteri di appartenenza e di cerchia. La riflessione teologica di Mosè sul senso del dono dello Spirito si accosta spontaneamente al messaggio del vangelo : il desiderio di Gesù è che lo Spirito trasformi tutti, perché ciascuno possa lasciarsi guidare da Dio e comunicare ad altri la sua volontà, come pure i suoi doni. 

La seconda parte del vangelo di questa domenica riguarda l’insegnamento di Gesù sullo scandalo. Secondo il linguaggio biblico, lo scandalo indica un pericolo per la salvezza, cioè una scossa per la fede. Per cui chi scandalizza è un individuo che vuol fare cadere un altro , sviarlo dalla fede, rendergli difficile la strada della sua adesione al Cristo . Coloro che corrono il rischio di essere scandalizzati sono designati da Gesù come i piccoli . Non sono i bambini di cui si parlava domenica scorsa ma i membri più deboli e fragili della comunità .

         La fede di questi più umili e semplici ed indifesi è un bene tale, che nessuno può rapirlo impunemente ; “chi scandalizza uno di questi piccoli che credono , sarebbe meglio per lui che gli passassero al collo una mola da asino e lo buttassero in mare״E’ una delle peggiori disgrazie che passano capitare, perché non lascia la possibilità di una regolare sepoltura.Ma c’è anche lo scandalo nei confronti del proprio cammino di fede . Si accenna alla mano , al piede e agli occhi come occasione di scandalo . La mano simboleggia qualcuno o qualcosa cui si è particolarmente attaccati , che ci è caro ed utile , oppure un’ attrattiva esagerata per l’azione.Il piede indica l’orientamento errato della vista . Infine , l’occhio esprime i cattivi desideri.

Don Joseph Ndoum

                                                                         1ª lettura Numeri 11,25-29 dal Salmo 18/19 2ª lettura Giacomo 5,1-6 Vangelo Marco 9,38-43.45.47-48

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