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Perché Dio ha tanto amato il mondo

La collocazione della festa dello S. Trinità dopo il grande evento pasquale non intende essere la celebrazione di un particolare mistero cristiano, ma la celebrazione delle radici di tutto; intende riconoscere, per ardore e ringraziare, il protagonista della salvezza : Dio che è Padre, Figlio e Spirito, tre persone in una sola ed identica comunione di vita.

           La S. Trinità è un mistero, non nel senso di un enigma, qualcosa di scuro, un insulto alla ragione. Mistêrion viene da un verbo greco che significa chiudere la bocca. Nella letteratura cristiana il mistero corrisponde ai segreti divini riguardando il disegno eterno della salvezza. Quello che viene sottolineato, non è l’aspetto impenetrabile alla ragione, ma l’aspetto di rivelazione. Il mistero trinitario, appunto, in una prospettiva esistenziale e relazionale, ci rivela il mistero di Dio ad intra, cioè in se stesso, che supera i limiti della ragione umana.

          Ogni persona divina rivela se stesso rivelando le altre due : per esempio, il Padre si manifesta quando proclama che Gesù è il Figlio diletto invia su di lui il suo Spirito; o il Figlio si manifesta quando invoca il Padre con il dolce nome di Abba e gli rende lode “esultando nello Spirito”.

           I primi cristiani avevano, quindi, scoperto che le tre persone divine erano in pieno amore e comunione, e che avevano preso l’iniziativa di coinvolgere nel loro amore anche le creature umane. Hanno allora lasciato che la Trinità invadesse la loro vita : pensiamo al segno croce nel nome del Padre… che apre e chiude ogni preghiera; al Gloria al Padre…; o al credo; siamo anche battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Siamo così chiamati a lasciarci coinvolgere dall’ amore delle persone della S. Trinità. Dio – amore, nella sua dimensione trinitaria, si vuole modello delle famiglie e della nostra società umana.

           Il cristiano che crede di vivere questo mistero di amore, rigettando ogni egoismo individualistico, ogni ripiegamento su se stesso; diventare l’immagine autentica di un Dio che è relazione e comunione di persone.

            Come dice Sant’Agostino, “puoi avere tutto ciò che vuoi. Ma se ti manca l’amore il resto non ti serve a nulla”. Dio ci ha amati per primo inviandoci suo Figlio come fratello, amico e salvatore. La risposta dell’ uomo dovrebbe mostra di avere verso il Padre e verso gli uomini. Siamo ormai inseriti in questa spirale di amore, quindi dobbiamo amore Dio e i fratelli con stesso amore. E’ quest’ amore di Dio che infatti fonda l’amore fraterno, il quale a sua volta, come dice Paolo, deve autenticare la fede.

Don Joseph Ndoum

                                                                         Prima lettura Dt 4,32-34.39-40 dal Salmo 32/33 Seconda lettura Rm 8,14-17 Vangelo Mt 28,16-20

Un pensiero su “Perché Dio ha tanto amato il mondo

  • HO LETTO CON ATTENZIONE L’APPASSIONATO ELOGIO ALL’AMORE DI JOSEPH… LA BELLEZZA DI SANT’AGOSTINO… “CHE SIAMO SENZA AMORE? NIENTE” . POI INFINE L’IMMANCABILE CITAZIONE DI SAUL… SAULO… PAOLO…. E li giunto, al di là della citazione, mi sono un po’ annichilito… É più forte di me, lo confesso Padre. Perché? Perché lo percepisco come un uomo che intimamente non abbia affatto compreso il pensiero di Gesù. E lo dimostra pure quando negli Atti(22-9) riferisce: “io chiesi: Chi sei? Ed egli mi rispose” IO sono Gesù di Nazareth… Il messaggio fu alterato Gesù Nazareno divenne, alle orecchie di Paolo, GESÙ CITTADINO DI UNA CITTÀ CITTA CHE SI CHIAMAVA NAZARETH E CHE NON ESISTEVA. Paolo NON SA COSA SIA LA SCEKINA. NON SA CHI È IL RE VERO. SI CHIEDE(Ebrei 7-11) “PERCHÉ ISTITUIRE UN SACERDOZIO SECONDO L’ORDINE DI MELCHISEDEK, E PERCHÉ NON SECONDO L’ORDINE DI ARONNE?… Si chiede(EB 7-3) MA CHI É QUESTO MELCHISEDEK, UOMO SENZA PADRE, SENZA MADRE, SENZA ANTENATI E DEL QUALE SI IGNORA TUTTO, DAL PRINCIPIO ALLA FINE… ” PAOLO, raffinato eloquente fariseo é simile a quei Farisei che Gesù definì” Sepolcri imbiancati”. Ma per Paolo valgono le stesse parole che Gesù spesso pronunciava.. “Tu, Padre, lo perdoni perché non sa quello che fa”… Paolo si sente forte e astuto, capace di girare gli eventi a suo piacimento. Sente di avere tutti gli assi nella manica. Paolo vede l’acqua nel bicchiere, ma non il cosmo che lo circonda. Non ha capito che la sua solitudine è il pullulante mondo dei fratelli sono un tutto unico. Gli altri sono lui stesso. Ma non lo sa. Tuttavia devo riconoscere che le sue “premesse” sono giuste. La voce che gli risuona ancora nelle orecchie dopo ogni “rinvenimento” (dalle crisi forse epilettiche) conserva un’eco di Verità non capita. Gesù é la Vita, l’amore. Vita che chiede di essere accta e vissuta, piena, perfetta, armoniosa, LIBERA DA OSTACOLI O MASCHERE CHE IMPEDISCONO LA PERFETTA APERTURA DEI POLMONI, IL GODIMENTO DELL’ARIA E DELLA LUCE(che oggi qualcuno vorrebbe perfino oscurare il sole) PAOLO SENTE IL FASCINO DEL NAZARENO, ma non osa varcare la “barriera della prudenza” che si interpone tra Gesù e l’uomo, oltre la quale c’è la “imitazione” di Gesù, UNICA VIA CHE INFALLIBILMENTE CONDUCE ALLA VITA E LA DILATA IN DIMENSIONI NUOVE E INSOSPETTATE. VITTORIOSE SUL TEMPO E SULLA MORTE.. Così il nostro Paolo cerca un compromesso con Gesù e il Vangelo viene alterato. Parla di dolore e non di gioia e di AMORE. Crea situazioni inconciliabili che portano alla falsità ed alla superstizione. Così la figura del cristiano “stampata” da Paolo e un’immagine immatura che confonde l’apparenza con l’essere, la superstizione con la fede, il dolore con la gioia. (anche nell’arte appare l’impronta di Paolo. Belke raffigurazioni Gesù non sorride. É triste. É solo. Come se fosse venuto sulla terra per morire, non per vivere e far conoscere il vero Amore…) ho creato un crocefisso con un Gesù volante… Forse un giorno riuscirò a scoprire come farvelo vedere… nel frattempo vogliate perdonare la mia confessione) Grazie.

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