Ho imparato la gratitudine
Esattamente 52 settimane fa, più o meno a quest’ora, ricevevo una telefonata dal mio capo: mi diceva di non prendere il volo schedulato per il lunedì successivo.
Pensavo fosse una stronzata, un eccesso di cautela che andava a stravolgere i miei piani operativi per quei primi 15 giorni di Marzo.
Non mi aspettavo minimamente che, da quella telefonata, la mia vita sarebbe totalmente cambiata. La mia, la nostra.
In quelle 52 settimane abbiamo perso tanto, abbiamo sofferto, abbiamo pianto, ci siamo lamentati, ci siamo annoiati. Ma se c’è una cosa che mi porterò sempre dietro, imparata in quelle 52 settimane, è la gratitudine.
La gratitudine per quelle piccole o grandi cose che ritenevamo scontate, quei viaggi, quei vestiti, quei capelli, quei soldi, quelle amicizie, quei pranzi, quelle cene, quegli abbracci, quei sorrisi non celati da una mascherina.
Se c’è una cosa che ho imparato e che mi porterò per sempre dentro è l’esser grato per tutto. Per tutte quelle piccole gioie che giornalmente ignoriamo a causa del “pilota automatico” che la vita ci aveva fatto inserire.
La gioia della doccia mattutina, asciugarsi i capelli (qua già stacchiamo da un sacco di persone), un buon caffè, guidare perché abbiamo una macchina, pagare qualcosa perché presuppone abbiamo la possibilità di farlo, CAMMINARE, lavorare, prendere la cassa integrazione…
Oggi la mia vita cambia di nuovo, proprio nel venerdì di 52 settimane dopo quella telefonata. Quello che mi racconto è di una vita fantastica, di tante sfide vinte o perse, ma sempre memorabili.
Vi prego, Apprezzate ogni secondo e apprezzate ogni cambiamento, in quanto dovremmo essere grati anche solo della possibilità di questa circostanza.
Mentre scrivo questa cosa sono in treno in mezzo alla baraggia, quel treno che forse non vedremo mai elettrificato e diretto per Milano… ma per il quale sono comunque GRATO. Grato per averlo sempre avuto come sfondo per tutti i miei cambiamenti.
Prossima fermata, Biella S. Paolo, since 2004!