La Domenica della Gioia Centuplicata
La Buona Novella – Introduzione al Vangelo della… XIII Domenica del tempo ordinario – Matteo 10,37-42
Perdere o conservare. Ritrovarsi o perdersi.
Nella prima sentenza la scelta tra due stili di vita. Nella seconda la conseguenza della propria opzione fondamentale dell’esistenza.
Perdere in italiano ha una accezione molto negativa e soprattutto richiama la semantica della sconfitta e il frasario di esperienze fallimentari. Pena gli ultimi posti della classifica sociale. Nel Vangelo è invece l’atteggiamento prodigo di chi investe nel dono di sé, la arricchente logica della Croce. Può sembrare strano ma sia Gesù e soprattutto una certa teologia fino al Medioevo utilizzando la metafora dell’economia spiegano la Croce di Cristo come il migliore investimento per l’acquisto della vita eterna (sottolineo in senso metaforico), perciò
chi perde acquista,
chi spende tutto trova tutto,
chi accoglie trova accoglienza,
chi semina molto molto raccoglierà,
chi affida al talento al banchiere della Grazia riceverà il trenta, il sessanta e il cento per uno.
In poche parole chi vive la sequela di Gesù entra nella relazione feconda dell’amore e vivendo di amore riceve già all’istante quei frutti abbondanti dello Spirito – la pace, la gioia del cuore, la serenità – non senza fatiche, prove e non senza pagare il costo delle incomprensioni e delle sofferenze. Ma tutto ciò si trasforma in gioia centuplicata non economicamente, né in modo da poter esser quantificata ma è la gioia del Paradiso, la vita nuova nello Spirito Santo, la beatitudine evangelica: “beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli”.
Questa beatitudine evangelica è preclusa a chi invece ha fatto un’altra scelta: vivere nell’autonomia e nell’autoreferenzialità, conservando il suo cuore sotto chiave e calcolando tutto. Questa è l’anticamera di una vita infelice, infeconda, sterile e improduttiva. Anche se apparentemente costoro sarebbero i forti, le persone di carriera e di fama, i ricchi e i potenti, essi si stanno preparando ad una vita a ‘imbuto’ dove tutto è precario e destinato a scivolare via. Perché ciò che si ottiene dalle proprie mani non è che polvere.
Solo ciò che è dono di Dio è eterno. E il dono resta tale quando viene spezzato con qualcuno e per qualcosa di condiviso …. proprio come l’Eucaristia.
Nel Vangelo di oggi i Santi sono dipinti come …
persone che perdono,
che si spendono gioiosamente,
che usano tutto il cuore,
che non dicono mai ‘basta’ all’Amore,
che bevono il succo della Vita,
che rischiano sempre,
che sanno accogliere,
che stanno “dentro la vita”,
che si fanno Pane spezzato per la gioia altrui.
Santi così.
Felici così.
Come Gesù!
Buona Domenica 🌿💚
Don Dom