Educarli sin da bambini a distinguere tra il bene e il male
Prima di essere massacrata dal suo uomo, una donna, in genere, viene maltrattata, picchiata, violentata.
Prima di diventare uno spietato killer della camorra, della mafia, un giovane accetta di vivere da fuorilegge.
Prima di alzare le mani si alza la voce. Si offende. Si calunnia.
Prima di abortire un essere umano, bello ed innocente, una coppia già l’ aveva messo in conto.
Al male, in tutte le sue forme, occorre rispondere “ no”. Con convinzione. Con determinazione. Occorre bloccarlo quando è ancora in fasce. Quando inizia a balbettare. Al male non bisogna dare confidenza. Dopo diventa sempre più difficile.
La scala che porta verso i fetidi abissi degli orrori a un certo punto non ha più gradini. Diventa liscia. Ripida. Scivolosa. Senza scorrimano. Senza appigli. Quando si comincia a rotolare, fermarsi è sempre più difficile.
Chi non ha bestemmiato mai, morirebbe dal dolore se dovesse farlo. Chi lo ha fatto sempre nemmeno se ne accorge più. Addolora ammetterlo ma tutto può diventare “ normale”. Anche la guerra più assurda. Le mine antiuomo camuffate da “paperino” per ingannare i piccoli. Il commercio delle armi. Della droga. Degli organi. Degli esseri umani.
A tutto ci si abitua.
L’ uomo è fatto così.
Insegniamo ai bambini a desiderare il bene. Solo il bene. Sempre il bene. Per tutti. A scandalizzarsi del male. A prenderlo a calci appena si affaccia alla porta della nostra vita. I cristiani sanno di avere nello Spirito Santo, nella preghiera, nell’ Eucarestia un validissimo aiuto per sconfiggere il male e desiderare, amare, fare il bene. Dio vi benedica.
Padre Maurizio Patriciello.