A “quattr’occhi”: il Sinodo dei Giovani e l’icona di Bose citata da Papa Francesco
Papa Francesco ha detto ai giovani del sinodo: “C’è un’icona del Monastero di Bose, tanto bella in cui si vede un monaco giovane che porta sulle spalle un anziano …”
In questo breve tweet, o meglio nella prima parte di questo tweet di Enzo Bianchi, fondatore della Comunità monastica ecumenica di Bose (in Piemonte) si può cogliere il senso profondo del Sinodo dei Giovani. Con la sua potenza espressiva e comunicativa papa Francesco si rifà ad un’icona per parlare della questione del “dialogo intergenerazionale” all’interno di un’assemblea di Vescovi, estesa a rappresentanti dei giovani. Il Sinodo non parla dei giovani in modo settario, ghettizzato, categorizzato, ma va a fondo alla questione: i giovani nella coralità della vita (famiglia, lavoro, anziani, futuro, scelte, discernimento e vocazione).
L’icona citata dal Papa, contemplata da me dal vivo ogni qual volta sono stato in qualche comunità di Bose (Piemonte, Umbria e Puglia), è un richiamo alla fiducia dell’anziano rivolta al giovane. Si può rischiare di vedere i giovani sempre come stampella, o con ottica servilistica, invece l’icona dice l’esatto contrario: l’anziano, l’esperto, colui che ha già vissuto si lascia condurre dal giovane. Uno cammino e l’altro è condotto. Ma si procede con quattro occhi. Ecco la meta del Sinodo: non un libro in più da ascrivere alla collezione magisteriale, né un nuovo metodo pastorale o catechetico, né giammai un manuale di accalappiamento di nuove leve cattoliche, ma una “lente di ingrandimento”, affinché …… un giovane (diventi) capace di prendere su di sé i sogni degli anziani e portarli avanti per farli fruttificare!”
Buona strada giovani, buon affidamento adulti e anziani.
Un giovane prete
Don Domenico Savio Pierro