Il valore dei ricordi ci può portare verso una società altruista
Con il passare degli anni ho raggiunto una maturità sufficiente per apprezzare gli eventi del passato legati alla mia famiglia di cui ho la fortuna di trovarne traccia grazie all’operosa attività narrativa degli scritti di mio padre, a cui dedico questo post.
Quando si ha la fortuna di avere un genitore come il mio che, ad 81 anni compiuti da un po’, si dedica con passione, insistenza e volontà di spirito, alla trascrizione degli avvicendamenti familiari, collegandoli con memoria impeccabile alla sua attività politica e sindacale intervallandoli agli avvenimenti cronistici del tempo, spiegandone con precisione i corsi e ricorsi storici, ci si appassiona alla storia e al passato diventando quasi noi stessi protagonisti; assumiamo orgogliosi la coscienza di essere parte di qualcosa che non abbiamo vissuto in prima persona ma che non si può fare a meno di far nostra.
Pensare di emularlo (o almeno provare a farlo) è spesso complicato, presi come siamo dal vortice infernale della quotidianità isterica, caotica, che non da respiro ai nostri giorni. Al contempo si prende coscienza di quanta responsabilità abbiamo nei confronti dei nostri figli. Ci sentiamo in obbligo verso di loro e al contempo sentiamo il dovere di insegnargli la strada giusta da seguire, di raccontargli le radici su cui sono basate le loro vite e di narrargli le nostre esperienze affinchè possano trovare, nei loro singoli gesti o pensieri, le giuste motivazioni.
Credo che questo sia il passo verso una società altruista, snellita dei canoni sociali pieni di finzione.
L’invito che faccio a tutti con l’augurio di raggiungere questo traguardo con spirito rinnovato è quello di trovare il tempo per i nostri figli, di raccontare loro le esperienze, positive e negative e che questo cammino sia faro nella nebbia per dargli l’opportunità di una vita serena.