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Lo sapevate che prima dell’Intelligenza Artificiale c’era il Bernini?

L’altro giorno mi trovavo a Roma, davanti a uno dei capolavori assoluti del Barocco: l’Estasi di Santa Teresa d’Avila, scolpita da Gian Lorenzo Bernini nella Cappella Cornaro.
Ero lì, in silenzio, in contemplazione, e come spesso accade, un pensiero ha cominciato a germogliare.

Ho riletto, proprio lì davanti, il celebre brano tratto dal diario della Santa (Capitolo XXIX – Libro della Vita) dove descrive l’apparizione dell’angelo con il dardo d’oro, il dolore dolcissimo, l’unione mistica con Dio.

Ecco il passo cruciale a cui l’opera si ispira:

“Vidi un angelo accanto a me… Non era grande, ma piccolo, molto bello, il viso infiammato… Con la mano sinistra teneva una lunga freccia d’oro, alla cui punta mi pareva ci fosse un po’ di fuoco. Parve colpirmele più volte nel cuore, tanto che penetrava dentro di me… Il dolore era così intenso che mi faceva emettere qualche gemito, ma al tempo stesso era così straordinariamente dolce che non potevo desiderare che cessasse.”

E mi è venuto spontaneo pensare: “Ecco, questo è un vero e proprio prompt. Un comando, una descrizione. Come se oggi Santa Teresa avesse chiesto a un’intelligenza artificiale: rappresentami tutto questo, dammi un’immagine, rendi visibile l’invisibile.”

Ma non c’era ChatGPT. Non c’era Midjourney.
C’era Bernini.

E lui rispose con il marmo.

Creò una scultura che è molto più di una rappresentazione: è un’esperienza, è una preghiera, è un abbraccio tra cielo e terra.
L’angelo e Teresa non sono fermi, sono in movimento, in attesa, in un equilibrio miracoloso: la spada è sollevata, non trafigge ancora. È in procinto. È sospesa.

E proprio in quell’attimo sospeso ho ritrovato un eco del Sabato Santo, di oggi.
Quel giorno che nella Settimana Santa sembra muto, vuoto, ma è tensione pura verso la luce, è l’attesa di una risurrezione che già arde sotto la cenere del silenzio.

L’estasi non è la fine, è il passaggio. Come il Sabato.
Non c’è ancora il colpo, ma il cuore è già trafitto dal desiderio.
Non c’è ancora la luce della Pasqua, ma l’anima è già sveglia, pronta a riceverla.

E allora anche oggi, in questo tempo che sembra immobile e silenzioso, possiamo stare in attesa. Non passiva, ma ardente. Come Teresa. Come Bernini.
Lasciandoci scolpire, trafiggere, trasformare da un amore che non ha bisogno di pixel o codici, ma solo del nostro Sì.

Perché prima dell’IA c’era il Bernini,
e prima ancora c’era un cuore che cercava Dio
e un Dio che cercava il cuore dell’uomo.

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