chiesa

Nel cachot di Lourdes brillò la luce più bella: il sorriso della Madonna per Bernadette

Storia di una bambina ignorante, povera e malata, scelta per essere testimone della bellezza del Cielo.

Tra le montagne innevate dei Pirenei che fanno da corona, in mezzo alle alte colline che si avviano alle cime c’è Lourdes. Enorme, gigantesco santuario dove si parla in tutte le lingue del mondo e in cui i francesi montanari si fanno socievoli e ognuno ha almeno un lavorante italiano doc. con sè, poiché i pellegrini italiani sono numericamente presenti in questo santuario subito dopo i francesi, da sempre. Ovvero da quando una piccola ragazza, rimasta bassa per il tifo e le successive complicazioni, ha visto in apparizione “Aquerò”. Ovvero “Quella lì” in patois, un dialetto locale di francese spagnolo mescolato come solo qui può essere, un po’ Francia un po’ Spagna con in mezzo questa corona di superbi monti.

Bernadette non sapeva chi fosse quella apparizione luminosa, solo che era bellissima, che le sorrideva, che le parlava con incredibile dolcezza, che aveva ai piedi delle rose ed era vestita tutta di bianco. Non sapeva nulla Bernadette. Non sapeva leggere, scrivere, non conosceva il francese non poteva neanche seguire il catechismo perché era completamente analfabeta.

Chiede di poter fare la Prima Comunione ma non le è consentito, troppo troppo ignorante. Solo a 14 anni, dopo le apparizioni, studia il francese e riesce finalmente ad avvicinarsi all’Eucarestia. Nel suo testamento spirituale farà scrivere: “se ci fosse stata sulla terra una bambina più ignorante di me, avreste scelto quella”.

Di tutto ringrazia, di tutto è grata.

Al cachot, la prigione insalubre di Lourdes chiusa perché indegna pure per i carcerati, vive due anni con sua mamma, suo padre e i suoi fratelli, due letti e un tavolo con qualche sedia. Il focolare sempre spento, le finestre seminterrate, fuori il letame dei polli del padrone di casa. Il papà disoccupato, senza forze, il pochissimo cibo, le pance sempre quasi vuote. Ogni sera la preghiera, la pace in famiglia nonostante la fortuna avversa, la bella casa del mulino lasciata, il luogo felice come lo ricorda Bernadette.

In quella povertà, in quel destino angusto, in quelle mura insalubri che minacciano la sua salute fragile, la Madonna sceglie di manifestarsi alla piccola, insignificante, ultima, umile primogenita di casa Soubirous. Di portare luce insieme sì a persecuzioni, dolori, una vita faticosa fino alla fine. Ma fino alla fine brilla in Bernadette la luce dell’incontro, di quel sorriso meraviglioso tutto per lei, di cui sempre fino alla fine dirà di non essere degna. Le due sorridono e ridono insieme, la Madonnina si mette al suo fianco, sono alte uguali, entrambe di famiglie umili, così simili. Lei la regina della Terra e del Cielo e la piccolissima Bernadette. Così nella grotta risuonano le parole:

“Ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote”.

Viene, nella grotta, una grande pace e una grande dolcezza nel cuore. Un desiderio di somigliare noi pure a Bernadette, umili e insignificanti per essere maggiormente toccati da questa luce e questo amore che dona pace e ristoro. Rimane della grotta, subito, appena ci si allontana, una grande nostalgia. Un desiderio di tornare, perché lì si è gustato già un pezzettino di Cielo, caparra del Paradiso.

Marta Rovagna

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *