La sfida del secolo: salvare l’umano dall’ossessione della macchina
Viene prima l’uovo o la gallina?, si diceva una volta. Ora dovremmo dire: viene prima la macchina o il cervello umano? Prima l’uomo o il computer?
Siamo in una epoca di sfide e di velocità impressionanti.
Uno dei nodi presenti nella cultura degli ultimi 50 anni – biotecnologia, era digitale, internet, cyborg, intelligenza artificiale – non è tanto quello dell’evoluzione scientifica e della nascita di nuovi mezzi social quanto la cultura che spesso c’è dietro.
Una delle culture nascoste dietro l’intelligenza artificiale è la sfiducia nelle capacità umane. In parole semplici siccome l’uomo è un imbecille, non capisce, non ci arriva … ha bisogno di strumenti più efficaci di lui. Molto falso! [L’uomo è una gran cosa, diceva San Basilio Magno].
(Ho iniziato a leggere un libello di Fra Paolo Benanti spettacolare: Post umano, troppo post umano, editrice Castelvecchi)
Don Domenico Savio Pierro
(una introduzione a cui seguiranno nuovi spunti)
