Semi Di Pace

Semi di Pace presente alla VI Conferenza Internazionale per l’equilibrio del mondo, con tutti e per il bene di tutti

L’Avana ha ospitato dal 28 al 31 gennaio 2025 la VI Conferenza Internazionale “Per l’equilibrio del mondo, con tutti e per il bene di tutti “.

Quest’anno l’evento, convocato dal Progetto José Martí di Solidarietà Internazionale, si è svolto nel 130º anniversario della morte in combattimento dell’Eroe Nazionale di Cuba José Martí, avvenuta il 19 maggio del 1895, mentre affrontava le forze coloniali spagnole nell’Isola.

La Conferenza intende promuovere il dialogo interculturale, la cooperazione tra i popoli e la giustizia e l’equità sociale, idee che l’Apostolo cubano difese durante la sua vita.

Gli oltre 1200 delegati provenienti da 98 paesi hanno condiviso durante la quattro giorni idee e proposte in risposta alle più pressanti sfide globali che includono le impronte visibili del colonialismo, dell’egemonismo e dell’unipolarità.

Alla presenza di scrittori, storici, giornalisti, artisti, politici, economisti, scienziati e intellettuali in generale, rappresentanti di movimenti sociali e di solidarietà, leader sindacali e religiosi, membri di organizzazioni non governative, scientifiche, femministe, giovanili, contadine e ambientaliste e di tante persone di buona volontà le sessioni hanno affrontato temi universali come la difesa della giustizia sociale, lo sviluppo con equità, il dialogo, la pace, la solidarietà per costruire un mondo migliore.

L’apertura è avvenuta, nella sala della plenaria del Palazzo dei Congressi dell’Avana, alla presenza del Presidente della Repubblica cubano e di numerosi ministri e altre autorità, tra cui importanti esponenti delle diverse confessioni religiose del mondo. Tra queste il Nunzio Apostolico Monsignor Antoine Camilleri che ha letto il messaggio che Papa Francesco ha inviato ai partecipanti.

“Come probabilmente molti di voi sapranno, il 2025 è un Anno Giubilare, un anno di grazia secondo l’antica tradizione del popolo di Israele, che si presentava come un’opportunità per ristabilire la pace e la fratellanza sociale, attraverso il perdono e la riconciliazione. Significativamente, ho voluto dedicare questo Giubileo al tema della speranza, come un appello a tutti gli uomini di buona volontà, poiché ritengo che, indipendentemente dalle nostre credenze, nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene”.

Queste parole del Papa hanno accomunato i numerosi delegati presenti che, pur con fedi e ideologie le più diverse, si sono riconosciuti nel suo messaggio nel corso del quale ha lanciato un appello ad “abbandonare la logica della violenza assumendo un impegno con il dialogo e l’azione della diplomazia, per costruire con coraggio e creatività spazi di trattativa finalizzati a una pace duratura”.

Nelle numerose sessioni il programma si è sviluppato con dibattiti, conferenze magistrali, simposi e forum, con la partecipazione speciale di intellettuali latinoamericani di prestigio, come il brasiliano Frei Betto. In molti hanno evidenziato di come le guerre incidono in maniera considerevole sull’economia mondiale, oggi danneggiata da una grave e profonda crisi che sta accrescendo la povertà anche in aree dove storicamente non era presente. Per questo è urgente un nuovo pensiero umanista che aiuti a cambiare lo stato delle cose.

Come evidenziato da papa Francesco nella seconda parte del suo messaggio:

“Nella Bolla d’indizione del Giubileo ho indicato una serie di segni e di appelli alla speranza che, a livello sociale e culturale, possiamo accogliere come uomini di buona volontà, riscoprendo questa preziosa virtù nei segni dei tempi che il Signore ci offre, prestando attenzione al tanto bene che è presente nel mondo per non cadere nella tentazione di ritenerci sopraffatti dal male e dalla violenza. Che tale certezza ci spinga a lavorare con impegno affinché questa speranza si traduca in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra, abbandonando la logica della violenza e assumendo un impegno con il dialogo e l’azione della diplomazia, per costruire con coraggio e creatività spazi di trattativa finalizzati a una pace duratura. Un impegno che non avrà successo se non permetterà che ogni uomo, impossibilitato ad aprirsi alla vita con entusiasmo, a causa dei ritmi di vita frenetici, dei timori riguardo al futuro, della mancanza di garanzie lavorative e tutele sociali adeguate, di modelli sociali in cui a dettare l’agenda è la ricerca del profitto anziché la cura delle relazioni, possa guardare al futuro con speranza”.

Ed al futuro ha sempre guardato questa Conferenza, nata nel 2003 alla presenza di intellettuali, accademici, religiosi e attivisti interessati ad analizzare i problemi globali da una prospettiva umanista.

Un forum essenziale per l’analisi e l’azione congiunta, uno spazio di riflessione e di scambio d’idee sulla giustizia sociale, lo sviluppo equo e la promozione della pace.

La sessione inaugurale ha visto anche l’intervento del presidente dell’associazione Semi di Pace, Luca Bondi. Il suo discorso si è ispirato ai valori di pace e di fratellanza di José Martí. Il pensiero universale martiano, rivolto a tutta l’umanità, è stato simbolicamente rappresentato dall’olio, prodotto per la prima volta dagli ulivi del giardino a lui dedicato a Tarquinia, contenuto in una bottiglia a forma di mappamondo, donato al presidente della Repubblica di Cuba Miguel Diaz-Canel e a quello del comitato organizzatore Prof. Eduardo Torres Cuevas. L’olio che emana “el perfum suave” come ricordava il grande eroe cubano, vuole essere un augurio di buon lavoro per il progetto di solidarietà internazionale di cui José Martí è ispiratore. Le parole d’ordine sono: cooperazione, pace, amicizia, speranza per il bene di tutti, uomini e donne senza alcuna distinzione, insieme, uniti per l’affermazione dei diritti inalienabili di ogni persona. Nessuno può e deve camminare solo.

Un messaggio che raccoglieva il senso delle parole di Papa Francesco nel messaggio ai delegati:

 “Sono degne di lode tutte le iniziative che cercano di aprire cammini per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio, qualunque sia la causa, affinché, a partire dalle istituzioni e dalla società nel suo insieme, con la collaborazione di tutti gli agenti sociali, si realizzino iniziative e percorsi che ridiano loro fiducia in sé stessi e nella società. I poveri e i malati, i giovani e gli anziani, i migranti e gli sfollati, e anche le persone private della libertà, devono essere al centro delle nostre considerazioni, affinché nessuno resti escluso e tutti vedano rispettata la propria dignità umana. Allo stesso modo, i volontari e i professionisti che lavorano in questi ambiti devono poter sempre disporre dei mezzi adeguati per portare questo incoraggiamento a nome di tutta la società”.

E così è stato il clima durante la conferenza, un lavoro collettivo di donne e uomini, gioioso e costruttivo, nel segno della condivisione e della cooperazione per il bene comune, seguendo le tracce delle diverse edizioni susseguitesi negli anni.

La sesta edizione ha visto gli oltre 1200 delegati affrontare temi di enorme importanza come scienza, innovazione e umanità, intelligenza artificiale, cambio climatico ed educazione ambientale, dialogo di civilizzazioni per la pace, necessità della solidarietà nel mondo, notizie false (fake news), etica e reti sociali, responsabilità del giornalismo, politiche culturali e identità nazionale, unipolarità ed egemonismo contro la  multipolarità e la distensione, i BRICS: il loro ruolo nell’equilibrio mondiale, il diritto all’autodeterminazione, paradigmi per l’integrazione regionale, sviluppo sostenibile ed equità sociale, la lotta contro la discriminazione, uguaglianza di genere nella sua espressione più elevata, ruolo e sfide dei movimenti sociali, diversità religiosa, ecumenismo e spiritualità, la lotta al terrorismo, finanziarizzazioni e de dollarizzazione, inflazione ed altre tendenze, valore della storia e della memoria storica, apporti del pensiero latino americano e caraibico, grandi personaggi precursori  del pensiero del Terzo  Mondo.

Quattro giorni di eventi di straordinaria ampiezza e densità, dedicati al dialogo tra civiltà, culture e religioni diverse nel segno della pace, del pensiero plurale e multidisciplinare, con l’obiettivo umanista, fidelista e martiano, di “seminare idee e consapevolezza” attorno alle grandi questioni del mondo attuale. Uno spazio di scambio, riflessione, condivisione e approfondimento che rappresenta la straordinaria ricchezza e vivacità del sapere mondiale. Non è certo un caso se la Conferenza si è aperta con parte del discorso di Fidel Castro, storico leader della rivoluzione cubana, in occasione della prima edizione del 2003:

“Quando aveva appena 17 anni, dopo aver sofferto una crudele prigionia con le catene ai piedi, Martí affermava: Dio esiste nell’idea del bene che veglia sulla nascita di ogni essere e lascia una lacrima pura nell’anima che vi è incarnata. Il bene è Dio. La lacrima è la fonte di questo sentimento eterno. Martí è l’idea di bene che lui ha descritto”.

Il coordinatore del Progetto José Martí di Solidarietà Internazionale, prof. Héctor Hernández Pardo, ha ricordato che la Conferenza si è consolidata nel tempo come uno dei più grandi e rappresentativi eventi globali nel suo genere, un foro di scambio e dialogo tra i popoli sui temi della umanità, della sua difesa e del suo avanzamento, tra le sfide e le contraddizioni del presente con l’intento di seminare idee e consapevolezza, facendo incontrare e dialogare persone di buona volontà provenienti da tutto il mondo, espressione dei diversi saperi e delle diverse esperienze. L’intento è di costruire un futuro migliore, come sognava José Martí, attraverso proposte e pensieri che aiutino a superare guerre, corsa agli armamenti, la minaccia ecologica, il cambiamento climatico e l’ingiustizia sociale.

La Conferenza ha così contribuito con il dialogo, l’ascolto, lo scambio, l’immaginazione creativa ad affrontare con maggiore fiducia e consapevolezza le sfide presenti e future per costruire un nuovo umanesimo.

L’associazione Semi di Pace, con sede centrale a Tarquinia, ha partecipato ai lavori con una folta delegazione composta da: Luca Bondi (Presidente), Antonio Paone, Franca Carmela Ippolito, Anna Garavaglia, Lorenza Ripamonti, Luigi Cavallo, Barbara Mellace, Emilia Ippolito, Nunziata Squitieri, Angela Costantini e Irene Abra (Membro Commissione GLAM -Globalizzazione e Ambiente – Federazione Chiese Evangeliche in Italia- e Ambasciatrice Europea per il clima della Chiesa Metodista).

Particolarmente ammirata e apprezzata da numerosi visitatori è stata la mostra di numerose scuole, esposta sia nel Palazzo dei Congressi che nella Biblioteca nazionale intitolata a José Martí. Una ricca serie di opere grafiche e visuali realizzate dagli studenti di undici Istituti di istruzione superiore di primo e secondo grado in Italia e della Repubblica Dominicana, del Messico e della Repubblica Democratica del Congo, centrate sul dialogo tra i popoli e sui valori della pace.

218 lavori che hanno coinvolto 1.400 studenti e 1.035 docenti, con il prezioso supporto del CSV Lazio, oltre alle due opere di artiste indipendenti, residenti a Tarquinia: Adaylis Pis Gilart, di nazionalità cubana e Chiara Riccioni, disegnatrice grafica.

Hanno partecipato le seguenti scuole:

Istituto Superiore di Secondo Grado “Vincenzo Cardarelli” di Tarquinia, Istituto Superiore di Secondo Grado “G. Marconi” di Civitavecchia, Istituto Superiore di Secondo Grado “F. Orioli” – Liceo Artistico di Viterbo, Istituto Superiore di Secondo Grado “Santa Rosa da Viterbo”, Istituto Superiore di Secondo Grado Liceo Statale “A. Manzoni” di Latina, Istituto Superiore di Secondo Grado Liceo Scientifico Statale “G.B. Grassi” di Latina, Istituto Superiore di Secondo Grado Liceo Scientifico Statale “Ettore Majorana” di Latina, Istituto Comprensivo “Primo Levi” di Marino, Istituto di Istruzione Superiore “Elena Principessa di Napoli” – Liceo Artistico di Rieti, Liceo Scientifico Statale “Giacomo Ulivi” di Parma, Istituto Superiore di Secondo Grado Liceo Artistico “A. Gentileschi” di Massa Carrara.

Collegio Papa Francois di Lubumbashi (Rep. Dem. Congo), Centro de Formación Profesional Père Diego et Mère Dolores di Lubumbashi (Rep. Dem. Congo), Collegio Es Mama Wa Bolingo di Lubumbashi (Rep. Dem. Congo), Scuola Puruagua Maria Dolores (Messico), Politecnico San Benito (Rep. Dominicana).

Antonio Paone

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