Preghiera smisurata nel giorno delle Ceneri
Trump e Putin affermano di credere nel Dio di Gesù Cristo; Zelensky di essere ebreo. Tutti credenti, quindi. Con il coraggio dei semplici, che rasenta l’ingenuità, possiamo, quindi, permetterci di rivolgere loro una parola che ci viene dalla Bibbia. Oggi, per noi cattolici, la Quaresima inizia con un gesto che ci angoscia, eppure di fondamentale importanza.
Uno alla volta, come avverrà nel giorno della morte – “e ora a noi due”, scriveva a riguardo, Georges Bernanos – ci presenteremo davanti all’Altare non per essere osannati ma per ricevere in testa un pizzico di cenere. Un rito macabro? Non credo, dipende da come lo accogli. Oggii, per chi lo avesse dimenticato – le giornate sono lente, le distrazioni, tante – per chi lo avesse dimenticato, dicevo, un povero prete ci sussurrerà all’orecchio una terribile verità: siamo destinati a ritornare in polvere. Discorso non di moda, diventato, in questi ultimi decenni, un vero tabù.
Eppure, tra le tante orribili chiacchiere che siamo destinati ad ascoltare e a introiettare durante la giornata, solo queste ci riguardano davvero. Siamo cenere, è vero, ma destinati a risorgere perché amati da Dio. Intanto, lo stesso Signore nel quale crediamo, ci consiglia di non sprecare il tempo che ci resta, ma di viverlo seminando il bene. Confesso: non vorrei essere nei panni di Putin, di Zelensky o di Trump. Dalle loro decisioni ne va della vita di milioni di persone. Governare un popolo non è come dirigere un’azienda o servire una parrocchia.
Eppure, fermo restando le dovute proporzioni e le diverse responsabilità, i principi, per un credente, sono gli stessi: il bene delle persone innanzitutto. Si vive una volta sola, e a nessuno di noi – privato cittadino, re o capo di uno Stato o di un esercito – è dato il permesso di decidere della vita di una sola persona a cuor leggero. Oggi, Mercoledì delle ceneri, Gesù, ci chiederà di essere generosi, di ricordarci dei poveri, di pregare con serietà, di digiunare, di essere onesti.
Ci chiederà di amare così come siamo stati amati da lui. Perché solo l’amore ha il potere di cambiare i cuori e la storia. Dobbiamo osare, allora. Tutti possiamo farlo, la fede non solo ci invita a tentare ma addirittura ci obbliga a farlo, per non essere codardi e non peccare di omissioni. Nella Bibbia non leggiamo forse di un ragazzino che con la forza della fede sconfigge un gigante? Perché temere di ricordare a questi potentissimi fratelli tra i più ricchi del globo, che con una sola parola possono catapultare completamente questo scempio in corso? Perché non confessare loro che abbiamo tutti l’animo lacerato?
Perché non bussare alla porta del loro cuore – noi possiamo farlo, non siamo statisti, non siamo prigionieri della diplomazia, siamo credenti, non dobbiamo misurare le parole e le virgole – perché, dicevo, non bussare alla porta del loro cuore per implorare pietà? Lo so, me ne rendo conto, davanti a tanto sangue versato, la tentazione della vendetta è forte. Eppure, di vendetta in vendetta non si va da nessuna parte. L’odio non si estirpa con l’odio. Il fuoco non si spegne con il fuoco. Il rito delle Ceneri ci invita a rinunciare all’orgoglio – personale, politico, di casta, di popolo, di razza – per aprirci a una dimensione nuova.
“Ogni uomo è mio fratello”: sono certo che queste parole potrebbero essere sottoscritte da tutti i grandi della terra, anche se poi, per motivi diversi, faranno scelte contrarie. Abbiamo bisogno, in queste ore di tensione e di panico, della preghiera e dei sentimenti dei cristiani e di ogni credente. Ci piace riassumerli in una voce sola, autorevole, forte e debole allo stesso momento, una voce che sappia riaccedere nei cuori di chi ha nelle mani le sorti del mondo, la speranza, la pietà, il perdono. Una voce che richiami tutti alla realtà della nostra vita, bella e fragile, breve ed eterna. Credo che la flebile voce di Francesco, dal suo letto di dolore, possa alzarsi ancora una volta. Alle nozze di Cana, la Madonna, indicando il Figlio, disse ai servitori: «Fate tutto quello che vi dirà». Obbedirono, e il miracolo accadde.
E può accadere anche oggi. Non abbiate paura, fratelli potenti e ricchi, di far parlare il cuore: l’umanità vi benedirà, la storia vi apprezzerà, il Signore, nel quale credete, vi giudicherà con misericordia. Fatelo per i bambini terrorizzati, per le mamme mutilate, per i vecchi amareggiati, per i giovani senza futuro. Fatelo per voi stessi e per i vostri figli. Fatelo per permettere a questa nostra bella e dolorante umanità la possibilità di continuare a generare vita con il sorriso sulle labbra e non più con la morte nel cuore. Noi preghiamo per voi.
Padre Maurizio Patriciello (da Avvenire)
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