Papa Francesco “le canta” a Sanremo: “La musica è bellezza, la musica è strumento di pace”
Nonostante tutti i dispacci di agenzia e i pdf del “programma definitivo” distribuito per tempo alla stampa, e che riporta minuto dopo ogni minuto, qualsiasi momento del Festival di Sanremo, la sorpresa c’è stata, eccome quindi complimenti a Carlo Conti e alla Rai.
Sto parlando dell’intervento inaspettato di Papa Francesco al 75 esimo Festival di Sanremo (che potete leggere per intero qui) tramite un videomessaggio in cui ha sottolineato il potere della musica come strumento di pace e bellezza. Francesco ha affermato: “La musica è bellezza, è strumento di pace. È una lingua che tutti i popoli, in diversi modi, parlano e raggiunge il cuore di tutti. La musica può aiutare la convivenza dei popoli”
Quello che desidero di più”, ha confidato il Papa, è “vedere chi si è odiato stringersi la mano, abbracciarsi e dire con la vita, la musica e il canto: la pace è possibile!”. “Oggi tu lo stai facendo e lo stai facendo dire attraverso la musica”, ha detto a un Carlo Conti visibilmente commosso e grato.
Infine a tutti i presenti, anche a noi collegati via Radio o via televisione, sul divano, con tutta la famiglia Francesco ha lasciato il suo augurio: “Cercate di vivere delle belle serate”, augurio che mi è piaciuto molto perché è lo stesso messaggio che da anni proviamo a trasmettere noi del centuplo provando a farvi iniziare bene la giornata con il quotidiano articolo bello.
Questo messaggio ha preceduto l’emozionante duetto tra l’israeliana Noa e la palestinese Mira Awad, che hanno interpretato “Imagine” di John Lennon in ebraico, arabo e inglese, lanciando un potente messaggio di unità e speranza. (qualche riserva su Imagine l’abbiamo anche noi perché non condividiamo l’idea di un mondo senza religioni ma, per il momento, accontentiamoci).
Durante la prima serata del Festival di Sanremo 2025, in mezzo allo scorrere dei 29 artisti (noti e meno noti, in gara e per i quali spenderò qualche parola al termine di questo editoriale) vi è anche stato un grande ritorno sul palco, quello di uno dei miei artisti preferiti che seguo sin da quando ero ragazzino: Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti che ha offerto una performance energica e coinvolgente. Ha iniziato esibendosi con un medley dei suoi successi, tra cui “L’ombelico del mondo”, accompagnato dai Rockin’1000, un collettivo di mille musicisti provenienti da tutto il mondo.
Successivamente, Jovanotti ha invitato sul palco il campione olimpico di salto in alto, Gianmarco Tamberi. Insieme, hanno letto un testo del filosofo Franco Bolelli, focalizzato sulla resilienza e sulla capacità di rialzarsi dopo le difficoltà. Il messaggio principale era un augurio di speranza e forza: “Vi auguro le cose più belle della vita”.
Di seguito il nuovo Jovanotti, rinato dopo l’incidente, ha citato anche San Francesco: ““Come diceva San Francesco, il mio corpo è un asino, il mio si è azzoppato ma per fortuna viviamo in un momento in cui possiamo sostituire persino un osso.”
Questa citazione si collega al percorso personale di Jovanotti, che ha affrontato problemi fisici dopo un grave infortunio in bicicletta. Il riferimento a San Francesco enfatizza un’idea profonda: il corpo come un mezzo, uno strumento che può subire difficoltà ma che, grazie alla resilienza e alle possibilità offerte dalla scienza e dal progresso, può essere riparato e andare avanti.
La performance si è conclusa con l’interpretazione del brano “Un mondo a parte”, una ballata romantica tratta dal suo nuovo album “Il corpo umano Vol. 1”. Il testo celebra l’amore come rifugio e avventura, sottolineando l’importanza della condivisione e della resilienza.
Noi de ilcentuplo non seguiremo giornalmente il Festival di Sanremo se non per porre l’accento su qualcosa di veramente bello, come nel nostro stile. Dalla prima serata personalmente a me sono piaciuti molto i “Coma Cose” (#solocomacosebelle) con la canzone “Cuoricini”.
Facile e doverosa menzione va però a Simone Cristicchi per il testo “Quando sarai piccola” dedicata alla madre che, a causa della malattia, sta tornando bambina (altro riferimento al Vangelo)
Ecco il testo del brano a cui lasciamo la giusta conclusione di questo editoriale:
“QUANDO SARAI PICCOLA
Quando sarai piccola ti aiuterò a capire chi sei,
ti starò vicino come non ho fatto mai.
Rallenteremo il passo se camminerò veloce,
parlerò al posto tuo se ti si ferma la voce.
Giocheremo a ricordare quanti figli hai,
che sei nata il 20 marzo del ’46.
Se ti chiederai il perché di quell’anello al dito
ti dirò di mio padre ovvero tuo marito.
Ti insegnerò a stare in piedi da sola,
a ritrovare la strada di casa.
Ti ripeterò il mio nome mille volte
perché tanto te lo scorderai.
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
per restituirti tutto quell’amore che mi hai dato
e sorridere del tempo che non sembra mai passato.
Quando sarai piccola mi insegnerai davvero chi sono,
a capire che tuo figlio è diventato un uomo.
Quando ti prenderò in braccio e sembrerai leggera
come una bambina sopra un’altalena.
Preparerò da mangiare per cena,
io che so fare il caffè a malapena.
Ti ripeterò il tuo nome mille volte
fino a quando lo ricorderai.
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
per restituirti tutto, tutto il bene che mi hai dato.
E sconfiggere anche il tempo che per noi non è passato.
Ci sono cose che non puoi cancellare, ci sono abbracci che non devi sprecare.
Ci sono sguardi pieni di silenzio che non sai descrivere con le parole.
C’è quella rabbia di vederti cambiare e la fatica di doverlo accettare.
Ci sono pagine di vita, pezzi di memoria che non so dimenticare
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
per restituirti tutta questa vita che mi hai dato
e sorridere del tempo e di come ci ha cambiato.
Quando sarai piccola ti stringerò talmente forte
che non avrai paura nemmeno della morte
Tu mi darai la tua mano, io un bacio sulla fronte
Adesso è tardi, fai la brava
buonanotte.”
