Vietato vietare?
E’ davvero “vietato vietare” in educazione?
Ho spesso comunicato al mondo che il possesso dello smartphone ad uso personale andrebbe vietato ai minori di 14 anni. Per anni questa posizione è stata molto criticata anche dalla comunità scientifica. Oggi molti dati di ricerca portano alla stessa conclusione. Vietare l’accesso allo smartphone ai minori di 14 anni è una delle quattro indicazioni fornite anche da Jonathan Haidt nel suo libro “Generazione ansiosa” in cui indica, partendo dai dati scientifici oggi disponibili, la strada per invertire la rotta che ha portato ad una crisi enorme della salute mentale in età evolutiva.
Le cose affermate da Haidt nel suo libro, sono perfettamente speculari a quelle che io e @barbaratamborini abbiamo condiviso nel libro “Vietato ai minori di 14 anni” (De Agostini ed.) che – quando uscì – venne molto contestato, proprio perchè nel titolo compariva la parola “Vietato”. Ma è davvero vietato vietare in educazione?
E’ sbagliato vietare ai minori la pornografia, l’uso di sostanze psicotrope, il gioco d’azzardo, le esperienze di dipendenza?
Lo smartphone è l’ambiente in cui molti dei nostri figli entrano in contatto proprio con questo genere di esperienze. In questa intervista che mi fece la trasmissione Mizar – settimana del Tg2 – qualche anno fa, in occasione dell’uscita del libro “Vietato ai minori di 14 anni” (oggi disponibile in una nuova edizione ampliata con nuovi materiali che tengono conto anche di ciò che ha affermato J.Haidt in “Generazione ansiosa”) spiego perchè come medico, psicoterapeuta e padre sono convinto che l’accesso all’online dei minori vada non solo educato, ma almeno in parte vietato, per alcuni suoi aspetti.
In particolare sono fermamente convinto che un undicenne che ha in mano uno smartphone non è poi molto dissimile da un undicenne che sa andare su go-kart e che improvvisamente – col suo go kart – si trova a circolare su un’autostrada a 4 corsie, percorsa da Tir e automobili
Il dibattito è aperto: è davvero vietato vietare in educazione?
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