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Tutto Pellai: ecco audio e video dell’incontro a Nomadelfia

Carissimi amici, nel ringraziare ancora Alberto Pellai per lo straordinario dono che ci ha fatto il 18 dicembre scorso e per la presenza a Nomadelfia di Roma, qui di seguito potete trovare il video completo del convegno svoltosi che è stato introdotto magistralmente da Federica con le parole che trovate qui sotto.

Se vi è più comodo potete ascoltare il tutto dal nostro podcast!

Come dice sempre Alberto Pellai: “se volete e potete, condividete questo messaggio.”

Grazie a tutti

Federica di Nomadelfia.

Questo incontro nasce dal desiderio di vedere i nostri figli crescere in maniera sana, in un mondo che cambia velocemente e ci pone sempre davanti a nuove problematiche.

Parlando a nome dei genitori di Nomadelfia, ma anche a nome di tutti i genitori presenti, le faccio un piccolo elenco delle sfide a cui ci sentiamo chiamati a rispondere. So già che le chiederò troppo, per un incontro di un’ora e mezza: mi risponderà come potrà.

  1. Una mentalità che cambia. A 14 anni le nostre nonne giocavano con le bambole; le nostre mamme sognavano la prima bicicletta; noi sognavamo a occhi aperti il nostro primo bacio; loro sognano a occhi aperti il primo “amico di letto”. Detto così è un po’ crudo, ma rende l’idea. A volte ho l’impressione che quando iniziamo a parlare loro di sessualità, cercando di trasmettere la bellezza della sessualità cristiana, sia già troppo tardi: hanno già assorbito l’idea di una sessualità sempre disponibile, che si esprime dovunque e con chiunque, o comunque troppo presto o nelle modalità sbagliate. Come arginare questo fenomeno?
  2. I telefoni e i social. Si ha un bel dire che il telefono è uno strumento e che lo si può usare sia per il bene che per il male: è uno strumento che assorbe. Tanto, troppo. Assorbe noi adulti, che diamo il cattivo esempio (e quando ce ne accorgiamo è tardi), e attira i ragazzi, che lo vedono come uno strumento indispensabile: per comunicare, socializzare, scambiarsi i meme e i video; indispensabile per riempire i momenti di noia e di vuoto; per sfuggire al controllo dell’adulto, fare e dire quello che davanti agli adulti non si riesce o non si può; insomma sentirsi “grandi”.
  3. L’età della ribellione. Si sa che l’adolescenza è l’età in cui ci si rivolge contro i genitori. A volte però la ribellione investe non solo la figura genitoriale ma tutto il sistema di vita, il sistema di valori che magari viene percepito come “vecchio”, “superato”, “esagerato”; “fuori dal tempo”. Quando poi i genitori fanno scelte “controcorrente” si aggiunge il peso del sentirsi “diversi” o “sfigati” rispetto ai coetanei. Ci troviamo davanti al problema di far capire ai ragazzi che alcune scelte sono basate anche sul confronto con i dati, sulle analisi degli “esperti”, e che quindi non siamo genitori “fuori di testa” né “fissati” ma che, semplicemente, davanti ad una serie di problemi esistenti, abbiamo scelto di non voltare la testa dall’altra parte.
  4. Costruire una nuova alleanza fra “noi” e “loro”. Si sa che nell’adolescenza nasce la voglia di trasgredire; noi genitori segniamo dei confini che poi i ragazzi vogliono oltrepassare, e nel farlo si coprono a vicenda. Tutto normale. Ma ho due dubbi. Primo, ci sono delle trasgressioni che possono avere delle conseguenze troppo grandi? Secondo, mi sembra che a volte noi adulti diventiamo “il nemico” quando invece dovremmo essere il “porto sicuro” in cui i ragazzi possano tornare per un confronto, un dialogo, oppure per chiedere aiuto quando le cose gli sfuggono di mano. Come fare, senza incorrere nell’errore opposto, ovvero quello di diventare loro amici? E cosa consiglierebbe ai ragazzi: quand’è che è necessario rivolgersi ad un adulto, quand’è che il sostegno degli amici non basta più?
  5. Essere genitori insieme. Lei parla di genitorialità condivisa, di reti fra genitori che condividono i valori e le scelte. Potrebbe spiegarci perché è tanto importante nella vita di un ragazzo una rete di adulti che siano lì per lui, e di cui i genitori si fidano? Che ruolo hanno in questo la coerenza e l’esempio?

Ora è il momento di godersi tutto il convegno al seguente link

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