La rabbia non si digerisce né si agisce: si attraversa.
Spesso il tema che incontro nelle sessioni individuali e che si riversa come un fiume in piena è quello della rabbia.
Una rabbia che prende diverse sembianze: a volte aggressività, a volte sottomissione, a volte sarcasmo. Quando il cliente si siede sulla poltrona gialla di velluto e decide di far spazio alla rabbia, sale in me un sospiro di sollievo: è un ottimo modo per iniziare a prendersi buona cura di sé.
Senza edulcorare la pillola, iniziamo dalla definizione dell’emozione della rabbia secondo la filosofia buddhista: la rabbia è un’emozione distruttiva.
Una definizione che la prima volta ho avvertito come tagliente, giudicante e lontana dalla cultura in cui sono cresciuta dove chi non si arrabbia è una persona passiva, dove è sinonimo di forza, dove la rabbia, che sia espressa o no, spesso anima le nostre conversazioni e a volte guida anche le nostre scelte.
Nella filosofia buddhista la rabbia viene considerata un’emozione distruttiva in quanto dannosa per sé e per gli altri. Il piano della “distruzione” si sposta su una logica pratica di causa ed effetto:
quali effetti porta un’azione compiuta sotto la guida di una mente offuscata dalla rabbia?
Quali effetti porta un’azione compiuta sotto la guida di una mente centrata e calma?
Abbiamo dimostrazione giornalmente di come gli effetti della rabbia distruggano l’armonia e impediscano la costruzione di un clima generativo di collaborazione, di partecipazione e di intuizione.
Ma come arrivare a contattare questa rabbia, a darle un volto, a riconoscerne il bisogno sottostante per attraversarla, trasformandola da ostacolo ad alleata?
· Riconoscere che la rabbia è un ostacolo alla nostra felicità
· Fermare la rabbia per individuarla, accoglierla e darle un posto chiaro dentro di noi
· Osservare da dove si genera (individuare la radice della sofferenza)
· Definire il bisogno non soddisfatto che si nasconde dietro a quella rabbia
· Agire per soddisfare il bisogno.
Camminando in questo modo con pazienza dentro di noi, ci accorgeremo che la rabbia non si digerisce né si agisce: si attraversa.
Fra tre respiri ed un caffè, in questo sole autunnale le #riflessioniscomodemaVitali ti invitano a guardare negli occhi la tua rabbia e, chissà, forse troverai qualcosa di interessante fino ad oggi sconosciuto.
Spero di leggerti nei commenti e nel mentre ti auguro una settimana virtuosa e che tutto sia di beneficio.
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“Del silenzio e dell’ascolto ne ho fatto un lavoro e quando parlo lo faccio con 𝐹𝑖𝑙𝑜𝑠𝑜𝑓𝑖𝑎”.
Ti accompagno in percorsi evolutivi centrati su etica saggezza e presenza.