La dignità degli sconfitti: Rublev e Medvedev a Torino
Nella monotonia delle ATP Finals di Torino è doveroso spendere due parole sui tennisti senza bandiera, i russi Andrey Rublev e Daniil Medvedev, che suscitano simpatia e che incarnano una qualità preziosa che distingue i veri campioni: la dignità della sconfitta. In un torneo dove ogni punto conta, questi due ragazzi di 27 e 28 anni stanno portando una lezione di umanità e passione che va oltre la vittoria.
Rublev, che ieri ha perso Alcaraz, con la sua energia esplosiva, è un esempio di atleta che vive ogni partita con un’intensità che trascende la competizione. Nonostante le sconfitte, non si arrende mai; le sue emozioni in campo sono sempre autentiche, che si tratti di gioia, frustrazione o delusione. Affronta le battute d’arresto con il cuore in mano, mostrando un lato umano che lo avvicina ai tifosi. Questa vulnerabilità lo rende ancora più amato e dimostra quanto sia importante, per lui, il valore del tennis.
Medvedev, che stasera ha perso contro Sinner, con il suo approccio unico e a volte irriverente, è capace di trasformare ogni sconfitta in un momento di riflessione, con la stessa ironia con cui celebra le vittorie. La sua intelligenza tattica lo porta a confrontarsi con le sconfitte in modo analitico e distaccato, ma senza perdere mai il sorriso. La sua capacità di sdrammatizzare è una qualità rara che trasmette leggerezza e positività anche nei momenti più difficili.
I due tennisti tra l’altro condividono un legame forte, sia come colleghi sia come amici, che va oltre la competizione sui campi da tennis. I due sono cresciuti insieme nel mondo del tennis russo, giocando fin da ragazzi e sostenendosi nei momenti difficili. Fuori dal campo, il loro rapporto è segnato da umorismo e complicità, e non è raro vederli scherzare nelle interviste e sui social.
Insieme, Rublev e Medvedev stanno portando colore alle ATP Finals, arricchendo il torneo con personalità contrastanti ma complementari. Entrambi sono combattivi e dotati di un talento straordinario, ma ciò che li rende speciali è la loro autenticità, l’onestà con cui accettano le sfide, la forza con cui affrontano le sconfitte. Sono un esempio di come anche le battute d’arresto possano essere affrontate con dignità, e di come il tennis, oltre a essere competizione, sia anche una celebrazione dello spirito umano.
di Sebastiano Alicata