famigliapedagogia

Pinocchio e i nostri figli oggi

Questa non è la solita storia di Pinocchio come siamo abituati a conoscerla, cioè una bambinata buona per la nanna e via.

A parte che in giro al posto della versione originale troviamo quelle rimaneggiate, tagliate, che non fanno venire troppi pensieri ai nostri bimbi mai sia mettano a frutto la materia grigia.

Perché a leggerla sul serio, la favola originale di Pinocchio è da pugni allo stomaco.

Non è mica tanto dolce la scena dell’omino che seduto sul carro porta i bimbi nel paese dei balocchi, e stacca a morsi le orecchie dell’asinello recalcitrante.

E manco è da poco la parte dove si racconta del burattino bischerello che viene appeso all’albero dal gatto e la volpe, per il collo. E urlando babbo mio fa uno scrollone, un sospiro, e caput.

Insomma, di suo si tratta di una favola piena di ironia, ma anche di un realismo che non fa sconti alla sofferenza.

E però. Mica tutto qua.

Perché a sentirla raccontare dal prof Franco Nembrini diventa un capolavoro vero. Dove i protagonisti sono allegoria di qualcosa di molto ma molto più grosso. Dove Geppetto, il buon Giuseppe, diventa chiave di lettura per una paternità universale e altissima, da cercare in cielo. E Pinocchio rappresenta noi figli, e i figli di tutti.

I nostri benedetti ragazzi, che in questo tempo così saturo di nulla si sentono persi.

Alle prese con un desiderio di libertà che non sappiamo più cosa sia.

Spoiler.

Si diventa liberi non quando si fa un po’ quello che ce pare, e frizzi e lazzi e cià cià cià.

Libertà è lasciarsi amare dal Padre, abbracciare la propria chiamata a diventare grandi, adulti.

Diventare uomini e donne capaci di dare la vita sull’esempio di un Padre che l’ha già data per noi.

Altrimenti si resta a fare il burattino di legno, a buttare via i denari come polli, a lasciarsi fregare dal primo Lucignolo che passa (e ogni riferimento ad un altro Luci non è puramente casuale).

Insomma vi consiglio di ascoltare questa rivisitazione del Pinocchio del professor Nembrini.

Potete farlo mentre guidate, correte, o mentre fate le faccende come faccio io.

Quando si ascolta roba buona, pure lo scrostamento dei lavelli piglia senso.

Link qui sotto

(P.s. grazie alla doc Chiara Dalle Nogare che mi ha dato questo assist formidabile)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *