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Il rischio di crescere

Tu non sai tutto di me. Non sempre riesco a raccontarti le paure che mi abitano, le ansie che mi agitano.

A volte ho dei pensieri che mi spaventano così tanto da rendermi impossibile poterli condividere con te. Temo che se te li dicessi, tu mi prenderesti per matto oppure ti spaventeresti ancora più di me e a quel punto io e te diventeremmo caos.

Ci sono onde che mi attraversano come se fossi al centro di una tempesta. Tu però, sei lì al mio fianco, e non ti agiti. E’ solo una calma apparente, la mia. Forse anche la tua. Perché se facessi uscire l’onda che mi ha sbattuto a terra – così forte che fatico a rialzarmi – cadresti anche tu. Io mi sentirei responsabile dei tuoi lividi e tu dei miei.

In questo caos di ciò che sento e che non riesco a dirvi, all’inizio temo di perdermi. Ma poi, mi prendo per mano e proseguo. Di fianco a me, ci siete sempre voi, i miei genitori.

Mi state alla giusta distanza. Se dovessi davvero cadere e farmi male, sapreste intervenire in tempo e all’ultimo secondo fermare la mia caduta. Altrimenti lasciate che io vada. E magari, anche cada. Si soffre tutti un po’, nel frattempo. Perché era bello essere così fusi, come una cosa sola. Ma non poteva durare per sempre. E staccarmi da voi è la fatica più grande che io devo imparare a fare. Che voi dovete permettermi di fare.

Arriverà il tempo in cui vi farò toccare con mano tutta la mia gratitudine per avermi permesso di diventare grande. Per esservi assunti il rischio della mia crescita. Per non aver preteso di sapere tutto di me, dei miei pensieri nascosti, delle mie paure, delle mie ansie che, proprio in quanto tali e in quanto mie, dovevo imparare a gestire in autonomia.

Arriverà quel tempo. Arriverà di certo.

Ma non ora. Grazie per avermi autorizzato a vivere il rischio di crescere.

Alberto Pellai – La vita si impara De Agostini

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