famiglia

La maternità non è un ostacolo neanche al (pre) Nobel per la Matematica

La dottoressa De Filippis, originaria di Matera ma felice di lavorare nell’Università di Parma, vince assieme ad altri otto colleghi tipo il nobel dei matematici, avendo scoperto una certa questione di numeri di cui non provo a ripetere nemmeno una virgola.

Lo stesso giorno a ritirare il premio con lei avrebbe dovuto esserci una sua collega, Maria Colombo, 35enne, che lavora e vive a Losanna. La dottoressa Colombo però non c’è, ha appena partorito il quarto figlio, ci sta che scelga di starsene un attimo a riprendersi, con tutto il rispetto per i Prizes.

Qualche giornale di quelli toppissimi non si lascia scappare l’occasione, la dualità tra queste scienziate è il trampolino per lanciare l’ennesimo pistolotto sulla donna che se vuole fare la professionista deve mettere n’attimo via la famiglia.

E dunque le parole di Cristiana nell’intervista vengono tirate bene per farle dire che lei ha rinunciato a fare famiglia, non avrebbe potuto darle le giuste attenzioni.

Alla povera Maria, che deve passare da negletta della situazione, nessuno giustamente chiede né ah né bah. Lei ha scelto di figliare, a Losanna per giunta, non merita parola. Giusto?

No, manco per niente.

Per esempio, se qualche genio del crimine della comunicazione volesse dare parola sul serio alle donne professioniste, si scoprirebbe che devono sbrigare cestate di scalogne quotidiane, però ad esempio la maternità è roba forte che attiva un multitasking da matrix reloaded, connessioni neurali e universi paralleli per ricordare dove sta la gonna del corso di danza della bimba piccola.

Eccetera.

Ma per tenere in piedi questo multiuniverso di impegni c’è bisogno di aiuto. Orari flessibili a lavoro per esempio, maternità umane, che magari a Losanna garantiscono, eh, magari lì sì.

Siamo diverse d’accordo, sì. C’è chi non vuole una famiglia e chi sì, chi fa carriera e chi no, chi concilia tutto e chi perde pezzi. E chi va distribuendo abbracci come la sottoscritta, in giro per l’Italia.

Perché le donne hanno bisogno di comunione di intenti, di solidarietà, di soluzioni vere. E di aiuto reciproco.

Se proprio non sapete darci una mano, state almeno muti.

Lisa Zuccarini (leggi tutti i suoi articoli su ilcentuplo)

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