Michael J. Fox e il potere dell’ottimismo: un grande libro per quest’estate
Se l’estetica della fine degli anni ‘80 e la giovinezza che sembrava non potesse finire mai avessero un volto, quel volto sarebbe certamente quello di Micheal J. Fox, l’attore che più di tutti in quegli anni ha riempito il piccolo e il grande schermo con la bellissima serie “Casa Keaton” e con “Ritorno al Futuro”, un film considerato cinematograficamente perfetto.
Micheal da ragazzo crede in se stesso, vuole fortemente fare l’attore e comincia a farsi strada a Hollywood con piccoli ruoli, paghe modeste ed un aspetto proprio non corrispondente all’immaginario comune a causa della sua bassa statura. Eppure con la sua determinazione ci riesce e dopo la trilogia di Ritorno al Futuro ha tutto: è giovane, ricco, famoso e amato in tutto il mondo. Ma nel 1991, mentre girava Doc Hollywood – Dottore in carriera, si accorge che le dita gli tremavano in modo incontrollabile: gli viene diagnosticato il morbo di Parkinson ed il mondo gli crolla addosso: “Ma sapete con chi state parlando? A me non può prendere”, risposi ai medici. “Avevo paura che avrei perso tutto e la sensazione che fosse il prezzo cosmico da pagare per il mio enorme successo”.
La sua reazione comprensibilmente è molto negativa, non accetta la degenerazione progressiva del suo stato fisico e comincia una dipendenza dall’alcol, fino alla svolta del 1998, quando smette di bere e capisce che la sua notorietà può essere messa al servizio della comunità. Rende pubblica la notizia della malattia e comincia così per lui il ruolo più difficile da interpretare: mettere da parte il cinema per affrontare il Parkinson, impegnandosi in prima persona per aumentare la consapevolezza globale della malattia che l’ha colpito e finanziare la ricerca con le cellule staminali. Come se non bastasse nel 2018 subisce un rischioso intervento chirurgico per rimuovere un tumore alla colonna vertebrale che (per quanto benigno) rischiava di renderlo paralitico, ha dovuto imparare a camminare di nuovo, dopodiché è caduto, si è frantumato l’omero, se l’è fatto risistemare con una placca di acciaio e diciannove viti e ha dovuto ricominciare tutto da capo. La sua attitudine alla vita ed il suo inguaribile ottimismo si sono tradotti e riversati in alcuni libri, l’ultimo dei quali del 2022 è intitolato “Il futuro è stato bellissimo – Considerazioni di un ottimista sulla mortalità”, un’appassionante raccolta dettagliata di storie personali e osservazioni sulla malattia e la salute, sulla forza della famiglia e degli amici e su come la nostra percezione del tempo influenzi le nostre vite:
“Prima della malattia ero Mike l’attore, poi sono diventato Mike l’attore col Parkinson. Adesso sono solo Mike col Parkinson. La malattia ha consumato la mia carriera e in un certo senso è diventata la mia carriera. Ho dovuto ricostruirmi una nuova vita quando ero già molto felice di quella vecchia”.
Personale, commovente e ricco del tipico senso dell’umorismo e dell’ironia di una star coraggiosa e gentile, questo libro lo consiglio a tutti coloro che vogliono leggere un’affascinante riflessione sulla vita, sulla speranza e sul potere dell’amicizia e dell’amore, con l’invito a guardare sempre al futuro con gioia e gratitudine, nonostante la sofferenza e le prove che la vita ci pone davanti, anche quelle che sembrano insormontabili.
Oggi Michael J. Fox, pestato emotivamente e fisicamente dalla vita, non è più quel ragazzo che con i suoi film ci ha donato gioia e spensieratezza, ma un uomo che da qualche giorno ha compiuto 63 anni e che qualche tempo fa ha detto che non arriverà certo agli 80, eppure non ha mai smesso di essere ottimista:
“Il pianeta sconvolto dalla recessione e dalle guerre ha bisogno di ottimismo. E io sono l’uomo giusto per trasmetterlo perché sono il più ottimista del mondo.”
Sebastiano Alicata