Don Giovanni: metamorfosi di un mito
Ciampi E./Freda M./Porcheddu R. – Don Giovanni dalle fonti a Mozart – Metamorfosi di un mito (Irfan, 2018) – € 20,00
Dopo il Macbeth di Verdi e La Campana Sommersa di Respighi, ad attirare le attenzioni della redazione della collana ‘Melodramma e Filosofia Perenne’, giunge il Don Giovanni di Mozart. La scelta specifica delle opere liriche è stata finora guidata dalle potenzialità del messaggio anagogico delle fonti e dalle capacità espressive della realizzazione melodrammatica curata dal librettista e dal compositore, ma anche dall’eventuale entropia che si può comunque verificare in queste complesse traduzioni. Nel Don Giovanni è in ballo una determinante figura mitica, spesso mal compresa, fraintesa e infine soggetta – seguendo l’inesorabile corso discendente del presente ciclo temporale – a una metamorfosi involutiva.
Nell’immaginario dell’uomo occidentale moderno e contemporaneo l’appellativo di ‘dongiovanni’ implica una presunta qualità: quella dello ‘sciupafemmine’ capace di passare da un’avventura passionale ad un’altra, senza essere minimamente influenzato o ferito da alcuna conseguenza affettiva o pena d’amore (altresì, dispensando a piene mani la sofferenza all’interno dell’universo femminile). Per la donna, il ‘dongiovanni’ è ovviamente riconosciuto come un pericolo, per quanto talvolta assai accattivante, ma anche come un’ambiziosa sfida volta a ‘redimere’ una volta per tutte quell’uomo e ‘convertirlo’ in un marito fedele, controllabile e spesso anche manipolabile, laddove si tende a prevalere sull’opposto genere in una deleteria lotta di potere.
Il mito originale del Don Giovanni, le fonti letterarie e l’opera di Mozart, vengono in questo saggio esaminati con chiarezza al fine di offrire nuovi elementi di discernimento, alla luce del pensiero tradizionale, capace di riconoscere con lucidità le contraddizioni del mondo moderno e della sua visione limitata e riduzionista dell’arte e della vita, ormai dissacrate e rese quindi sterili. Le caratteristiche del mito tradizionale sono messe in evidenza nell’Introduzione; è poi Rosa Porcheddu ad approfondire la principale fonte letteraria (De Molina), e Mino Freda a curare uno studio analitico sulla versione melodrammatica di Mozart e Da Ponte; infine, nell’ultimo capitolo, di Eduardo Ciampi, viene fatta una puntualizzazione sul mistero dell’Eros facendo soprattutto riferimento alle tradizioni orientali e a certe loro pratiche, finalizzate ad una decisa verticalizzazione dell’essere attraverso alcune discipline volte a concentrare e direzionare tali energie. La sintesi dei tre autori mostra come Don Giovanni non si curi del passato e poco del futuro, ma persegua le sue finalità predatorie nel presente; tuttavia il suo presente non è che l’ombra del Kairos, una sorta di sua tragica parodia.
Il mito del Don Giovanni, pur nelle sue metamorfosi, ci pone dinnanzi al dualismo di ordine e caos, vita e morte, corporeo e trascendente – polarità antitetiche (eppure complementari) che l’umanità è condannata a sperimentare – dimostrandosi così un’opera universale, il cui senso finale afferisce alla dimensione metafisica.