Sulla Via di Damasco
Il rosa schocking è il suo colore, perché la giornata che si annunciava rosso sangue viene inondata dalla luce, e niente sarà più come prima.
Saul a Damasco ci stava andando di corsa a cavallo. Non era invitato a cena tra amici, non era una gita di piacere.
Nella testa gli pulsava la vena e una sola idea: catturare i cristiani che si erano rifugiati in Siria fuggendo da Gerusalemme.
Saul Paolus di Tarso (Turchia di oggi) cresciuto a Gerusalemme alla scuola di Galiele, è un fariseo irreprensibile livello pro. I sacerdoti lo conoscono strabene, gli affidano pure i loro mantelli mentre lapidano Stefano.
Tradizionalista di grandi promesse, giovane ligio al dovere, estremista.
La legge ebraica andava difesa delle bestemmie dei cristiani, i cristiani andavano fatti fuori, e lui era l’uomo giusto per portare avanti la persecuzione.
Che cavolo di complessi esistenziali avesse in corpo, da dove gli venisse tanta ansia da prestazione e il bisogno esasperato di farsi dire bravo costasse pure l’eccidio di uomini e donne inermi, non lo sappiamo.
Di sicuro Paolo, come tanti persecutori nella storia, aveva una ferita grossa dentro. Aveva bisogno di perseguitare chi lo metteva in discussione per placarsi i dolori esistenziali.
In fondo, aveva un immenso doloroso bisogno di guarire.
Perciò dopo aver catturato un sacco di cristiani a Gerusalemme, correndo verso Damasco dove i poveretti erano scappati, quella luce rivelatrice lo butta giù da cavallo.
E gli dice ora basta. È ora di smetterla. Sono io, Gesù Cristo, che ti dice che ora smetti di soffrire prendendotela con gli altri.
Paolo era già cieco, nell’anima e nel cuore. Per guarirlo bene c’è voluto un trattamento shock che ha funzionato: improvvisamente cieco fuori, accompagnato a braccio dai suoi compagni, entra a Damasco.
Anania imponendogli le mani lo rimette al mondo, come uomo in grado finalmente di vedere e amare.
Amare, si sà, è dare la vita per i propri amici.
Cosa che farà con una perfezione tale che l’eco è arrivato fino a noi dopo 2000 anni.
Passano gli influencer, passano gli attori, passano i dittatori.
Ma l’amore di Dio, quello non passa mai.
Che te lo dico a fa.