Sotto quella “cacca” sono nati nuovi germogli
Stavo proprio per buttare queste piante. Tutte senza pietà. Col vento i vasi si erano rovesciati, radici all’aria, foglie spezzate. Già prima non facevano una bella figura, senza mezzo fiore da mesi, tolte le foglie secche sembravano sedani malaticci. Dopo il vento erano proprio inguardabili. Non me ne sono presa più cura. Ogni volta che uscivo di casa le scansavo ripetendomi col magone “ora le butto”.
Poi boh, mancanza di tempo, affezione per chi me le aveva regalate, altre cose da fare. Le lasciavo là dicendo “domani”.
Stamattina esco di casa e vedo qualcosa da lontano. Mi avvicino.
Sono germogliate di nuovo.
Tanti fiorellini che hanno deciso nel freddo grosso di questi giorni di tornare a vivere.
Arancioni da una parte, fuxia dall’altra.
Non so. Mi ricorda il giudizio immisericordioso che spesso abbiamo, che ho, verso le persone. Anche verso noi stessi.
Siamo reticenti a dare nuove possibilità, alla redenzione ci crediamo poco, e facilmente diciamo pure a noi stessi “non ne valgo la pena, non ce la farò”.
Poi stranamente, miracolosamente direi, quando tutto ma proprio tutto sembra andato a fallecchio, tipo i giorni in cui tamponi un’auto, tuo figlio pesta una cacca di cane e smerciola cento metri quadri di pavimento e tu hai dormito tre ore e devi sbrigare un lavoro che non hai la più pallida idea di come riuscirai a finirlo perché nel frattempo devi mandare avanti tutto il resto del mondo, in quei giorni lì tipo che vai a dormire alle 3 di notte e dici al cielo aiuto, aiuto e aiuto, capita che la mattina dopo ti fioriscano i fiori che volevi buttare.
Va così. Anche dove tutto è una cacca, sotto la terra la vita sta preparando nuovi germogli.
E a volte è proprio quella cacca che ci sommerge a fare nuove tutte le cose.
I piani divini sono sempre sorprendenti.
I fiori d’inverno, pure.
La cacca meno, ma rientra nel progetto pure lei.