La Maestra chiede ai bambini di 5a elementare se Babbo Natale esiste e i genitori insorgono. Chi ha ragione?
Una maestra in provincia di Firenze fa un sondaggio su Babbo Natale con i suoi bambini di quinta elementare: domanda se Babbo Natale esiste. La domanda riceve risposte variegate. Alcuni affermano sì, altri affermano no. Altri ancora dichiarano di non saperlo. I genitori si indignano: mandano un pec alla dirigente scolastica chiedendo di indagare e soprattutto di non far accadere mai più qualcosa del genere.
E’ davvero difficile capire dove siamo noi genitori in questa fine anno 2023. Abbiamo bambini che già a 8 anni ricevono da noi in dono uno smartphone. Chi lavora con docenti e genitori, e io sono uno di questi, sa che in ogni scuola primaria ogni anno c’è da affrontare il tema del cyberbullismo, della pornografia online, dell’adescamento. Ci sono bambini che usano le loro tecnologie, come se fossero già degli adulti fatti e finiti. Poi, un’insegnante insinua un dubbio sull’esistenza di Babbo Natale e noi genitori diventiamo matti. Chi vuole rubare la magia ai nostri figli? Chi vuole sottrarli alla bellezza di un rito e di un sogno che fa speciale l’infanzia e il tempo del Natale? Queste domande sono lecite. Dovrebbero essere i genitori a svelare la verità su Babbo Natale. Perché sono loro che dalla più tenera età hanno tenuto in piedi questa favola nel mondo interiore dei propri figli. Però, in questo caso dobbiamo fare qualche pensiero in più. Abbiamo a che fare con bambini di 10 anni. Per loro il pensiero magico è svanito ormai da un po’. Molti di loro fingono di credere a Babbo Natale pur sapendo che non è vero. Nei loro smartphone, hanno già posto infinite volte questa domanda ai motori di ricerca. E poi ne hanno parlato tra di loro. A 10 anni sanno benissimo che è bello credere a Babbo Natale, ma per citare una parola alla moda, in realtà sanno che si tratta di una fake news.
Cosa avrebbe dovuto succedere in questa situazione? Tutto quello che nel caso di Coverciano non è accaduto. I genitori dovrebbero semplicemente stare dove stanno i loro figli. Chiedere loro “Tu che risposta hai dato alla maestra? Che cosa pensi delle risposte dei tuoi compagni? Perché intorno a Babbo Natale apparentemente esistono più verità? Un adulto che dice una cosa falsa su Babbo Natale è un adulto bugiardo? Oppure cattivo”.
Ecco queste sono le domande che avrei fatto io a mio figlio se fosse venuto a casa incerto su che cosa è vero e che cosa no. Avrei risposto alle sue domande con altre domande. Avrei detto che ci sono cose che gli adulti dicono e cose che invece aspettano a dire: perché non sai qual è il momento per dire la “vera verità”. Siamo sopravvissuti tutti alla verità su Babbo Natale. Conoscerla non ci ha traumatizzato. La grande confusione in questa storia deriva da un mondo di adulti spaventati dal fatto che a 10 anni il loro bambino apprenda la verità su Babbo Natale a scuola. E che quindi mandano pec alla dirigente, fanno impazzire le chat dei gruppi whatsApp, rilasciano interviste ai giornalisti, facendo arrivare la questione al centro delle cronache nazionali.
I dubbi dei bambini, in tale caso non sono più relativi alla verità e all’identità intorno a Babbo Natale. I dubbi dei bambini, con queste gestioni caotiche del mondo adulto che trasforma un coriandolo in un missile terra aria, sono relativi alla verità e all’identità degli adulti di riferimento. I bambini non sono a disagio perché qualcuno ha svelato che Babbo Natale non esiste. I bambini sono a disagio perché si rendono conto che il vero quesito non è: “Chi è Babbo Natale”, bensì “Chi sono gli adulti?”. Naturalmente avrei scritto cose molto diverse se questa vicenda si fosse verificata in prima elementare. Ma è accaduta in quinta elementare.
L’articolo completo è stato pubblicato sul sito di Famiglia Cristiana ed è accessibile tramite il link abbinato a questo post. Oggi ho scelto un tema leggero, dopo settimane di cuore pesante. Un tema che però dice molte cose di noi e del nostro ruolo educativo. Se volete e potete, condividete con altri adulti.
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