Nel servizio la gioia
Tagore è un poeta che mi ha sempre affascinato.
Riprendendo in mano un libro di sue poesie sono rimasto colpito da questa frase: “SOGNAVO CHE LA VITA FOSSE GIOIA. MI SVEGLIAVO: LA VITA ERA SERVIZIO. HO SERVITO E NEL SERVIZIO HO TROVATO LA GIOIA”.
E’ vero. Cercare la gioia, la felicità, è alla radice della nostra esistenza umana. Non la troviamo, però, nel possesso, nel potere, nei soldi, nell’apparire. Anche se sono scorciatoie che spesso ci tentano tutti. Se, al contrario, concepiamo la vita come un atto di amore, un servizio per il prossimo, la gioia lentamente si fa strada e diventa compagna nel viaggio quotidiano.
La frase “Sognavo che la vita fosse gioia. Mi svegliavo: la vita era servizio. Ho servito e nel servizio ho trovato la gioia” si trova nella poesia “Sognavo” di Rabindranath Tagore. La poesia è contenuta nella raccolta “Gitanjali” (“Offerte di canto”), pubblicata nel 1910.
La poesia è un dialogo tra il poeta e Dio. Il poeta inizia la poesia dicendo che sognava che la vita fosse gioia. Tuttavia, quando si svegliò, si rese conto che la vita era servizio. Il poeta quindi afferma che ha servito gli altri e nel servizio ha trovato la gioia.
La poesia è una riflessione sul significato della vita. Tagore ci dice che la vita non è solo gioia, ma anche servizio. Quando serviamo gli altri, troviamo la vera gioia.
Ecco il testo completo della poesia:
**Sognavo che la vita fosse gioia. Mi svegliavo: la vita era servizio. Ho servito e nel servizio ho trovato la gioia.
La gioia che cercavo era nella mia stessa casa, Ma io andavo lontano a cercarla.
La gioia era nel mio cuore, Ma io cercavo altrove.
La gioia era nei miei occhi, Ma io li tenevo chiusi.
La gioia era nella mia bocca, Ma io non la parlavo.
La gioia era nelle mie mani, Ma io non la davo.
La gioia era nei miei piedi, Ma io non camminavo per essa.
La gioia era in tutto, Ma io non la vedevo.
Ora so che la gioia è nel servizio. Quando servo gli altri, Trovo la gioia.**
La poesia è stata tradotta in molte lingue, tra cui l’italiano.