“Come d’aria” di Ada D’Adamo (Elliot)-Premio Strega 2023 e Premio Strega giovani 2023
Sei Daria – esordisce la scrittrice – Sei D’aria –
Due affermazioni, chiuse insieme da un nodo ben stretto, che il lettore comprende solo pagina dopo pagina. L’autrice afferma subito l’amore totale che ha per sua figlia, diversamente abile, ma afferma anche di non essere una madre coraggio. Apre il suo animo, come fosse in un confessionale, a noi lettori. Ammettendo con disarmante sincerità, che sarebbe ricorsa all’aborto terapeutico se, dopo essersi sottoposta a tutte le indagini previste, avesse saputo in tempo la diagnosi di grave malformazione della figlia, l’oloprosencefalia (HPE).
Il libro nato da un Diario, iniziato a scrivere dall’autrice dal 2007, (poi abbandonato da Ada, perché aveva troppo da fare con la sua bambina) è stato ripreso solo nel 2021, quando le parole spingevano per uscire, come ha dichiarato l’autrice, e si sono stese da sole sul foglio. Dalle prime pagine, abbiamo un quadro completo di questa donna: il primo aborto, deciso consapevolmente per non perdere l’amore di Alfredo, il rimorso e la rabbia di non accettare che una disgrazia simile fosse capitata proprio a lei, che aveva fatto tutti i controlli possibili per assicurarsi che il feto fosse sano. Anche se poi la sicurezza non c’è mai, o per errore umano, o perché la scienza non può prevedere tutto. Ada in un primo momento, afferma di non aver accettato che la sua bimba non fosse sana. Respingeva cosa i medici le dicevano. Poi il primo sconvolgimento, ossia imparare il vocabolario medico, termini che nessuno ti spiega e che vengono detti a genitori, senza nessuna empatia, come a dire: “Il problema è vostro ora!“. Da lí lo sprofondare nel più assoluto sconforto, per l’assurdo accanimento con il quale il destino si era accanito sulla sua famiglia.
Lei dichiara:” Ho passato la vita prima a danzare, e poi a guardare gli altri danzare. Desideravo la bellezza. Per anni ho ricercato la grazia del gesto, la precisione del dettaglio, il gioco delle proporzioni che si armonizzano nell’insieme. Un lavoro paziente a cui il ballerino sottopone il proprio corpo in ogni istante, una ricerca quotidiana che non si placa mai. La tua disabilità, da questo punto di vista, mi appariva come un’autentica beffa. Proprio io, abituata a tenere sotto controllo la posizione di un mignolo, mi ritrovavo alle prese con un corpo completamente fuori controllo, con scatti epilettici, una schiena una testa incapace di stare dritte”. Ma lei poi si riprende non molla, e cura la sua bambina, la fa crescere, insieme a suo marito, fino a quando qualcosa di allettando inguaribile, si abbatte sulla vita Ada, nel2022: un tumore metastatico della mammella.
Attenzione! Non c’è solo dolore in questo romanzo, assolutamente no! C’è una tale quantità di vita, nelle sue pagine, da lasciarci senza fiato.
Ada D’Adamo con crudo realismo, parla della scuola e delle discriminazioni che continuano a essere messe in atto nonostante questa si proclami inclusiva. Mette in luce un sistema nel quale, per i bambini diversamente abili, sia difficile cominciare l’anno scolastico insieme agli altri per le difficoltà di reperire gli insegnanti di sostegno.
Sottolinea anche di come, durante le prove di evacuazione, i diversamente abili, vengano lasciati per ultimi nonostante il loro status di “fragili” ne preveda la messa in sicurezza prioritaria. Loda maestre, che grazie a piccoli gesti, come una letterina fatta scrive dai compagni di Daria, la ripagano delle fatiche quotidiane. È questa la protezione, la tutela? Urla l’autrice al punto che le parole sembrano uscire dal libro.
“Ho pensato che ciascuno di noi riceve almeno un dono dalla vita e che, nella sfiga generale, tanto vale approfittarne. Desideravo la bellezza e l’ho avuta: ho avuto te”. Un libro che racconta con rabbia, amore e spietatezza la storia di una donna, che ha lottato ogni giorno fino alla fine. Ascoltiamo la voce di una donna che ha attraversato l’esistenza senza sconti. Eppure lei sta dentro una grazia, anche se tutto intorno a lei sembra dire il contrario. Ogni pagina travolge, si parla di rispetto, di come trattare le altre persone, “se ogni tanto ci ascoltassimo ognuno di più”, dice l’autrice “eviteremmo la sciatteria, anche morale”.
Conclude l’ultima riga del libro con : “Finiró per dissolvermi in te…”
Mi piace credere che l’autrice ora è con sua figlia, perché siamo esseri spirituali, che vivono un’esperienza terrena, e quando questa esperienza giunge al termine, noi non ci distacchiamo mai da chi amiamo, ma rimaniamo con loro per sempre come fossimo fatti d’aria.
Ada D’Adamo è nata a Ortona, ha vissuto e lavorato a Roma, dove si era diplomata all’Accademia Nazionale di Danza e laureata in Discipline dello Spettacolo. Ha trascorso molto tempo a osservare il corpo e le sue declinazioni sulla scena contemporanea, e lo ha scritto in diversi saggi sulla danza e il teatro.