Il sostituto del caffè
Cresce spontanea nei campi, ai margini delle strade, nei terreni incolti e nei campi delle zone temperate di tutto il mondo: è la Cicoria che in questi giorni dipinge gli ambienti con i suoi fiori.
La provenienza del nome è molto incerta in quanto si tratta di una pianta utilizzata fin dai primissimi tempi della storia umana. Una delle ipotesi è il nome derivi dal greco “Kichorion”, termine composto dalle parole “Kio”, che significa “io”, e “chorion” che invece significa “campo”.
La cicoria è una pianta erbacea alta al massino 1,5 metri con foglie dalla forma lanceolata e con lobi molti incisi. Possono essere presenti venature rossastre lungo le foglie. I fiori sono dei capolini dall’inconfondibile colore celeste-indaco che presentano la particolarità di rimanere chiusi nelle giornate umide e senza sole.
Può essere mangiata cruda in insalata, da sola o insieme ad altre erbe di campo come il radicchio ed il tarassaco. Oppure può essere cotta come gli spinaci ed essere utilizzata per il ripieno di torte salate, frittate, risotti o minestre di verdure. Con la radice tostata si prepara una bevanda succedanea del caffè (spesso questa bevanda viene chiamata caffè di cicoria).
Il caffè di cicoria è una bevanda ricavata dall’infusione – ad alta temperatura – della polvere di radice di cicoria tostata. La specie di cicoria utilizzata per il caffè- tra le tante presenti in botanica- è la intybus. Il caffè di cicoria ha un sapore simile al caffè ma caratterizzato da note legnose e di nocciola. Sebbene la storia del caffè di cicoria non sia del tutto chiara, si ritiene che abbia avuto origine nel 1800 in Francia durante una massiccia carenza di caffè. Alla disperata ricerca di una alternativa apprezzabile, le persone hanno iniziato a mescolare le radici di cicoria nel loro caffè. Anni dopo, durante la Guerra Civile, divenne popolare anche a New Orleans quando la città sperimentò una carenza di caffè dopo che i blocchi navali dell’Unione avevano interrotto uno dei loro porti.
Il caffè di cicoria può essere un ottimo modo per ridurre l’assunzione di caffeina, senza rinunicare al rituale del caffè. Una classica tazza di caffè contiene circa 95 milligrammi di caffeina, anche se questo contenuto può variare in base al tipo di chicchi di caffè utilizzati, il quantitativo e il tipo di tostatura.