Se Dante tornasse ora, cosa potrebbe dire del nostro mondo? Lo scopriremo Martedi 30 Maggio a Roma
Mirabile Visione: Inferno è una rilettura straordinariamente attuale e visionaria della Commedia di Dante Alighieri con le illustrazioni ottocentesche del pittore parmense Francesco Scaramuzza. Accompagnati nella discesa agli inferi dalla professoressa Argenti (Benedetta Buccellato) e dalle parole di Padre Guglielmo (Luigi Diberti), vengono radiografati i mali del nostro tempo, ogni cerchio dell’Inferno diventa la rappresentazione della società moderna. Il film ha inoltre ricevuto i patrocini dei Comuni Napoli, Firenze, Ravenna, Parma, Macerata, Mantova, Ancona, Ascoli Piceno, Fano, Pescara, Matera, Conegliano, Bari oltre al patrocinio di Società Dante Alighieri, Save the Planet, Fondazione Univerde e altre importanti realtà del Terzo Settore.
“Se Dante tornasse ora, cosa potrebbe dire del nostro mondo? Abbiamo provato a spiegarlo attraverso un docufilm, limitandoci per ora all’Inferno. Descrivendone alcuni aspetti che in molti, troppi non abbiamo colto quando lo abbiamo studiato a scuola. E cioè che l’Inferno (come gli altri regni danteschi) non è un luogo estraneo di un incomprensibile aldilà, ma la raffigurazione profonda e attualissima dell’uomo, delle sue possibilità, dei suoi limiti e dei continui superamenti che può intraprendere. Come dice il Poeta: in hac vita. I fenomeni, i processi e la crisi della società capitalista, che crea disuguaglianze e accumulo smisurato per pochi. Ecco la terribile lupa! La manipolazione massmediatica, la rassegnazione che ci fa, passivamente, accettare l’inaccettabile. E poi l’assenza di spiritualità, la distruzione dell’ambiente, la predazione delle risorse, l’oppressione esterna ed interiore. “Mirabile Visione: Inferno” è quindi un grande mosaico dove si fondono, necessariamente, diversi linguaggi. Ma su che piano? Laico o spirituale? Di qui l’idea di (non) risolvere questo dualismo affidando la narrazione a due distinte entità narrative: una professoressa di Liceo da una parte, un prete cattolico dall’altra. Aspetto secolare e aspetto cristiano che convivono e si compenetrano. Un sacerdote che non cita mai Dante, eppure sembra raccontare la Commedia. Una docente che non cita mai il Vangelo, eppure sembra, in qualche modo, volerci “salvare”. In mezzo, il racconto del viaggio con una selezione di terzine dantesche come pietre miliari di un percorso di emozioni, suggestioni e riflessioni profonde sull’essere umano e sulla società moderna, in un periodo storico particolarmente sensibile alle tematiche care al Sommo Poeta”.
Matteo Gagliardi (regista, produttore)
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