“Chi pianta patate, raccoglie patate.” – buona festa del Papà
“Chi pianta patate, raccoglie patate.”
Proverbio molto eloquente.
Iniziamo con una precisazione: parlare di semina delle patate è impreciso, dato che buona parte dei tipi di patate non produce semi. Le piantine nuove nascono direttamente dal tubero, come sa bene chiunque si sia dimenticato un sacco di patate in dispensa e le ritrova germogliate. Il tubero è la struttura ingrossata di una pianta che assume un aspetto globoso/ovale più o meno allungato la cui funzione di organo è quella di accumulare sostanze di riserva.
Secondo la tradizione contadina, la stagione delle patate inizia il 19 marzo, il giorno di San Giuseppe. In realtà, è impossibile dare una risposta valida sempre e ovunque. Il periodo per piantare le patate cambia in base alle temperature minime e massime, quindi in base alla zona in cui si vive e soprattutto alla cultivar che si è scelta comunque indicativamente tra il 15 marzo e il 15 maggio. L’importante affinché il tubero si sviluppi è che le temperature minime devono essere sempre sopra gli 8°C. Le temperature medie durante il giorno, invece, dovrebbero tenersi tra i 10°C e i 25°C. La patata soffre sia l’eccesso di freddo sia l’eccesso di caldo, il che la rende una pianta perfetta per la primavera e l’autunno. Se si crede nelle influenze della luna sull’orto, le fasi lunari sono un ulteriore criterio da seguire.
La parte per noi importante della patata cresce sottoterra. Di conseguenza, bisogna aspettare che la luna sia in fase calante per piantarle. In questo modo, si va a favorire lo sviluppo dell’apparato radicale a discapito di foglie e fiori. La preparazione del terreno ha l’obiettivo di creare un letto di semina ideale per lo sviluppo dell’apparato radicale, per l’accrescimento uniforme dei tuberi e per evitare i ristagni di acqua. L’aratura, profonda non meno di 30 centimetri, avviene tra settembre ed ottobre. Ciò permetterà, in inverno, agli agenti atmosferici di disgregare le zolle più grandi e ottenere una tessitura più idonea per accogliere il tubero. Prima della semina, viene svolta una fresatura del terreno. Il sesto d’impianto varia tra i 70 e i 90 centimetri, tra le file, e tra i 12 e i 35 centimetri lungo le file. La quantità di seme impiegata a ettaro è compresa tra i 1000 e i 1200 chilogrammi per il seme sezionato e tra i 1800 e i 3000 chilogrammi per il seme intero. Come accennato sopra, in gran parte dei casi si usano direttamente i tuberi. Esistono però delle varietà che producono piccole bacche e semi; in questi casi, si può seminare le patate in senso letterale. Se si parte dai semi di patata, bisogna procurarsi un semenzaio e del terriccio morbido. Quando le piantine saranno alte almeno 10 cm, bisogna trapiantarle in pieno campo. Diversamente, se si usa il tubero ed è molto grande, si può tagliarlo in due o in tre. Se ci sono già delle gemme, bisogna fare attenzione a non danneggiarle. È consigliata la pratica della pre-germogliazione. Bisogna coprirle con il terriccio, senza compattarlo troppo. Le patate hanno bisogno di tanta luce e temono i ristagni idrici: vanno innaffiate almeno una volta a settimana in maniera copiosa. Per proteggerle dalle erbacce, la giusta tecnica è la pacciamatura. Una volta nate è d’obbligo rincalzare. seconda della varietà coltivata, cambia anche quando si raccolgono le patate. In base ai tempi di maturazione, le varietà si dividono in tre grandi categorie: patate precoci, che crescono in 65 giorni; patate semi-precoci, che impiegano 70-80 giorni; patate tardive, che impiegano più di 90 giorni. Sapendo in quale categoria rientra la varietà da te coltivata, puoi stimare quando le patate dovrebbero essere pronte da raccogliere.
Ora quindi, sul finire, faccio gli auguri a tutti NOI papà e …riprendo a lavorare con la zappa